[13/05/2008] Comunicati

Verdi: dopo il consiglio federale il sole, per ora, ha poco da ridere

LIVORNO. Le uniche certezze emerse dal malinconico consiglio federale dei Verdi dello scorso week end sono le tappe che porteranno alla svolta del congresso del prossimo autunno, senza che si sappia però né quale sarà la svolta, né chi la guiderà né tantomeno in che direzione andrà. Per ora quindi si sa solo che entro luglio dovranno essere modificate le regole interne e lo statuto, mentre nel frattempo si creerà un comitato di gestione più o meno aperto alle federazioni regionali. In uno scenario partitico completamente allo sbando, tentato da sirene contrapposte (in primis quella di confluire nel Pd) e ancora devastato dal ciclone elettorale che ha spazzato via l’esperienza della Sinistra arcobaleno, c’è chi riesce a vedere segnali postivi anche in questo primo passettino verso un federalismo più marcato.

«Un primo importante risultato è stato ottenuto in base all’iniziativa dei 10 Consiglieri regionali e degli assessori regionali dei Verdi per la riforma federalista del Partito - commenta Fabio Roggiolani (Nella foto), consigliere regionale toscano dei Verdi per l`Unione. - Per la preparazione del Congresso di luglio, infatti, il Comitato di Garanzia che dovrà elaborare le riforme statutarie verrà scelto dalle tre aree geografiche del nord, del centro e del sud: si tratta del primo segnale della rottura di quel centralismo malato che tanti danni ha prodotto all’immagine e alla sostanza dei Verdi. Non ci sono leader da sostituire a leader - ha proseguito Roggiolani - i Verdi devono attraversare i prossimi anni facendo delle idee e delle proprie proposte la propria immagine e il proprio senso di esistere. Chi pensa a questo primo passaggio come ad un escamotage per continuare il solito andazzo si sbaglia; per quanto mi riguarda, farò in modo che le componenti dei Verdi che vogliono il rinnovamento siano unite per stanare i furbi in vena di riciclaggio. Lo scopo della nostra iniziativa è porre fine alle malefatte di una classe politica che in nome della propria autoconservazione ha gestito nel peggior modo possibile anche la fase straordinaria di apertura che in nuce poteva essere rappresentata dalla Sinistra l’Arcobaleno».

Assai meno battaglieri appaiono i toni di Sauro Turroni, ex senatore e consigliere dell’ex ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio.

«Serve uno scatto di reni e un’assunzione di responsabilità da parte di coloro che hanno sbagliato – dice Turroni – che hanno avallato questo meccanismo delle tessere attraverso il quale pochi gestiscono il nulla, altrimenti i Verdi non andranno da nessuna parte». Turroni si dice molto sfiduciato dalla situazione attuale e dalle varie correnti che si stanno delineando all’interno del partito: «Parlerei più correttamente di correnti d’aria – chiosa l’ex consigliere di Pecoraro Scanio - sono correnti d’aria volte tutte a mantenere lo status attuale dei poteri acquisiti. Ci vogliono persone nuove e con queste dobbiamo iniziare un grandissimo lavoro di ricostruzione perché l’esperienza della Sinistra arcobaleno è stata cancellata dagli italiani, così come si accomodi pure fuori chi vuole fare ipotesi di adesione. Oggi più che mai i Verdi hanno ragione di esistere in questo Paese governato dalla destra e con un centrosinistra che dopo qualche timida uscita iniziale, adesso pensa solo e soltanto alla crescita, riportando il dibattito indietro di 30 anni».

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