[09/05/2008] Trasporti

Infrastrutture e rapporto Unioncamere: leggiamo anche le pagine dispari, please!

LIVORNO. Dal 2000 al 2005 in Italia sono stati costruiti 64 chilometri di autostrade. In Francia sono stati 1.035 e in Spagna 2.383. Non va meglio con l’alta velocità: in Francia ci sono 1.893 chilometri, in Spagna 1.552. In Italia: 580. Lo dice il Sole24Ore di oggi parlando dei dati dell’ultimo rapporto di Unioncamere. Che riporta anche altri numeri interessanti quali ad esempio quelli relativi alla rete metropolitana, con l’Italia ferma a 230 chilometri quando solo Madrid ne ha 310, Parigi 213, Barcellona 105 e Londra 408.

Numeri certamente veri che servono per dimostrare a Unioncamere, e anche al Sole24Ore, quanto l’Italia sia indietro sulle infrastrutture. Non ultimo viene anche aggiunto che per l’Italia è difficile competere con un gap di questa portata e ancor più difficile lo è per il Sud più che mai carente, oltre al fatto che la maggior parte (il 54%) dei tanti soldi che comunque l’Italia spende per le infrastrutture sono finiti in manutenzione invece che in costruzione. L’obiettivo è chiaramente quello, di nuovo evidentissimo, di spingere a tutta forza su questo settore per far ripartire l’economia del Paese.

Ma è davvero così che stanno le cose? O meglio, non mancano alcuni pezzi importanti da questo ragionamento? Detto infatti che specialmente al sud è evidente la carenza infrastrutturale a partire da quella ferroviaria e che in Italia per fare qualunque cosa i tempi sono geologici, ci domandiamo innanzitutto quale sia la ratio di giudicare chi fa bene e chi fa male in Europa sulla base di quanti chilometri quei Paesi costruiscono anno dopo anno di autostrade. Questo significherebbe che tutti i paesi europei sono uguali dal punto di vista geografico e morfologico. A non è così, come universalmente noto.

Diamo alcuni numeri per rifletterci su: l’Italia ha una superficie di 301.388 kmq, le aree pianeggianti sono pari al 23.2%, quelle collinari al 41,6%, quelle montagnose 35,2. La Francia ha una superficie di 543.965 kmq (quasi il doppio). La Spagna di 505.957. C’è dunque un problema di grandezza da considerare quando si fanno certe classifiche, o no? Inoltre, l’Italia nel 2001 aveva già 6478 km di autostrade, la Francia 8.806, la Spagna 2277. Non sono anche questi numeri che forse danno un’idea diversa da quella che misurando quanti chilometri di autostrada costruisci stabilisci qual è il gap tra una Paese e l’altro?

Con riferimento ai paesi di più antica appartenenza all’Unione europea (Ue15), nel 2003 il valore medio è pari a 15,5 km di autostrade per 1.000 km2 di superficie territoriale. L’Italia, con un indice pari a 21,5 si colloca al di sopra della media, con un’estensione della rete autostradale per 1.000 km2 di superficie confrontabile con quella di Austria, Spagna e Portogallo, superiore a quella di Francia e Regno Unito. I valori massimi di densità si registrano nei Paesi Bassi (4 volte il valore medio Ue), in Lussemburgo e Belgio (oltre 50 km di rete per 1.000 km2). Gli altri paesi di più antica adesione che si collocano al di sopra del valore medio Ue15 sono la Germania e la Danimarca. Tutti gli altri Stati membri presentano indici inferiori alla media comunitaria, ad eccezione di Slovenia e Cipro.

Siamo poi sicuri che valga ancora l’idea degli anni Cinquanta che più infrastrutture hai più sei competitivo? Noi crediamo di no. Le infrastrutture da fare sono solo quelle che servono e per stabilirlo il criterio direttore non può essere quello di quante ne hai fatte rispetto agli altri, ma quello della loro sostenibilità ambientale, sociale e deconomcia.

L’autostrada, i treni, gli aeroporti, non sono la stessa cosa. Potenziare il trasporto pubblico anche attraverso la costruzione di nuovi tratti ferroviari ha un senso; costruire nuove autostrade solo perché non c’è spazio per far circolare tutte le auto o i tir ne ha un altro. Specialmente in un Paese come l’Italia che troppo spesso si dimentica di avere un territorio piuttosto fragile da tanti punti di vista.

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