[08/05/2008] Comunicati

Studio italiano: meno cicloni ma più violenti

ROMA. Nei prossimi giorni la rivista internazionale Journal of Climate pubblicherà i risultati di un nuovo studio che assume maggior importanza dopo che il ciclone Nargis ha distrutto migliaia di chilometri quadrati del Myanmar. La nuove simulazioni di futuri scenari climatici sono state sviluppate da un gruppo di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) e del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), e indicano che, con l’aumentare della concentrazione di CO2 nell’atmosfera, la frequenza annua dei cicloni tropicali tenderà a diminuire, mentre la loro distruttività aumenterà. I ricercatori italiani Silvio Gualdi, Enrico Scoccimarro e Antonio Navarra, hanno messo a punto un nuovo modello numerico che descrive la circolazione globale dell’atmosfera e tiene conto anche delle interazioni tra oceani e atmosfera , fornendo così una serie di scenari climatici futuri.

«La novità di questo strumento - spiega una nota dell’Ingv - sta nella elevata risoluzione spaziale, cioè nella capacità di descrivere dettagli locali. Se, come si teme, a causa delle attività antropiche, nei prossimi decenni, le concentrazioni di CO2 nell’atmosfera dovessero aumentare sensibilmente fino a raddoppiare o addirittura a quadruplicare, l’atmosfera sarebbe sicuramente più calda, ma risulterebbe anche più stabile. I moti convettivi associati con la formazione dei cicloni tropicali tenderebbero a diminuire, e così il numero dei cicloni stessi. Nello stesso tempo, tuttavia, a causa del riscaldamento degli oceani, aumenterebbe l’energia che alimenta i fenomeni ciclonici, ed essi diventerebbero sempre più distruttivi». Questo a causa della maggiore evaporazione con il conseguente trasferimento di vapor d’acqua verso cumulonembi caratterizzano i cicloni, con piogge più intense. Quindi, «i fenomeni convettivi associati all’attività ciclonica sarebbero meno probabili ma l’intensità degli stessi risulterebbe più alta».

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