[08/05/2008] Comunicati

Il rapporto dell´Istat non riguarda solo la sicurezza

LIVORNO. L’Istat ha presentato ieri la prima edizione di “100 statistiche per il Paese. Indicatori per conoscere e valutare”, «una pubblicazione che – si legge nella nota stampa - offre in un’ottica di integrazione, un quadro d’insieme dei diversi aspetti economici, sociali, demografici e ambientali del nostro Paese, della sua collocazione nel contesto europeo e delle differenze regionali che lo caratterizzano».

Un lavoro che, nelle intenzioni vuole provare a dare ordine e risposta al disorientamento che può derivare dall’essere sommersi da troppa informazione, offrendo «una visione a tutto tondo dei fenomeni osservati/indagati» come sottolinea nella presentazione Luigi Buggeri presidente dell’Istat. E lo fa – continua Biggeri - «attraverso una selezione di indicatori di sintesi che rispondono ai criteri consolidati a livello europeo, che consentono di cogliere sotto diversi profili la collocazione del nostro Paese nel contesto europeo e le sue differenze regionali interne».

Gli indicatori selezionati, sono quindi raccolti in 103 schede e distribuiti su 17 settori di interesse che spaziano dall’economia alla cultura, al mercato del lavoro, alla qualità della vita, alle infrastrutture, alla finanza pubblica, all’ambiente.

Il rapporto statistico è poi completato con un focus dedicato ad alcuni servizi – considerati essenziali - che vengono individuati nell’assistenza domiciliare agli anziani, l’accesso agli asili nido, la gestione dei rifiuti, la distribuzione dell’acqua. Ogni scheda si articola in una breve introduzione corredata dalla definizione degli indicatori utilizzati, in cui non mancano anche valutazioni critiche riguardo all’indicatore stesso, come ad esempio nel caso del Pil. Nella scheda della descrizione macroeconomica si riportano infatti le principali critiche che vengono mosse all’utilizzo esclusivo del Pil come indicatore del benessere che riguardano il fatto che questo trascura alcuni aspetti della vita economica e sociale di fondamentale importanza, conteggiando solo le transazioni monetarie.

Nelle schede è poi riportato un commento sulla posizione dell’Italia nel contesto dell’Unione europea, una descrizione del fenomeno analizzato e dei più importanti differenziali territoriali, una lista di fonti e di riferimenti di approfondimento. Il tutto corredato di grafici e tabelle di comparazione internazionale e di confronto tra le regioni interne.

Il quadro che ne esce è molto più variegato rispetto a quanto restituito oggi sui principali quotidiani, che in realtà danno risalto quasi esclusivamente al dato sulla sicurezza e, se analizzato più a fondo, cerca forse anche di sfatare alcuni luoghi comuni e alcune esacerbazioni che spesso vengono utilizzate più a scopo propagandistico che non per dare una immagine reale del paese. Proprio sulla sicurezza, ad esempio, dal rapporto emerge che l’Italia è uno dei paesi più sicuri a livello europeo e in cui la popolazione residente straniera (quasi 3 milioni di persone) rappresenta poco meno del 5% del totale dei residenti.

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