[06/05/2008] Parchi

Messico: di nuovo a rischio delfini ed otarie?

LIVORNO. Il senado federale del Messico potrebbe dare il via alla cattura di delfini e leoni marini, e di altre specie protette, se approverà la nuova legge che ne prevede la cattura e l’importazione che attualmente sono proibite. A denunciarlo sono Greenpeace México ed altre associazioni ambientaliste come Conservación de Mamíferos Marinos de México (Comarino), Defenders of Wildlife, Teyeliz, Grupo Ecologista del Mayab (Gema).

Secondo Alejandro Olivera, coordinatore della campagna oceani di Grenpeace Messico, «La proposta legislativa viola accordi internazionali e promuove il lucro su specie protette. L’intenzione dell’iniziativa è quella di derogare dai divieti che esistono per la cattura di delfini ed otarie, per il guadagno dell’industria dello spettacolo, ed anche che si arrivi a permettere la loro importazione con fini commerciali. L’iniziativa è carente di contenuti perchè l’uso educativo e terapeutico di queste specie non è definito nella legge e occulta il fine di lucro per il quale si catturano e si mantengono in cattività i delfini e le otarie. Per esempio: la cattura di un delfino costa intorno ai 50 mila pesos, includendo la paga dei pescatori, ed il suo sfruttamento apporta un guadagno di 30 mila pesos al giorno ai delfinari, il guadagno è esponenziale».
Se il Senato di Città del Messico approvasse la legge, si tratterebbe di un passo indietro rispetto alla Ley General de Vida Silvestre del 2002 che proibisce la cattura di mammiferi marini a fini commerciali ed alla successiva integrazione del 2005 che proibiva l’importazione e l’esportazione di mammiferi marini e primati, provvedimenti presi dopo che erano stati constatati gli effetti negativi della cattura di questi animali in Messico ed a Cuba.

Secondo Yolanda Alaniz, vicepresidente di Comarino «C’è accordo tra gli esperti di mammiferi marini sul fatto che la cattura di delfini è inaccettabile perchè equivale ad una caccia, cacería e che è materiale genetico che la popolazione di delfini perde per sempre, in più spezza le strette strutture familiari e sociali che hanno tutte le società di delfini. Inoltre, gli individui catturati e confinati vivono in un livello di stess persistente, con mortalità molto alta dovuta al loro utilizzo intensivo. Ci è chiaro che dietro a questa iniziativa ci sono gli interessi economici dei delfinari, e la forte lobby che hanno realizzato».

Per María Elena Sánchez, presidente di Teyeliz, «Gli argomenti di questa iniziativa sono falsi e ben poco sostenibili. La legge vigente non viola la Convenzione Cites, come si argomenta in questa iniziativa, al contrario è sostenuta nell’articolo 14 della Cites».

In Messico ci sono già più di 300 delfini in cattività e vil 25% di loro è nato nei delfinari proprio grazie alle misure contenute nella legge vigente che hanno costretto i delfinari a migliorare la qualità della vita e le tecniche riproduttive dei delfini, garantendone una maggiore sopravvivenza. «Questa è la prova maggiore che i divieti sono un fattore che incide direttamente sulla salute delle popolazioni che si vogliono conservare», dice Juan Carlos Cantú, direttore di Defenders of Wildlife México.

Secondo gli ambientalisti messicani se il Senato approverà la nuova legge metterà a rischio l’intera legislazione sulla protezione ambientale del Messico e le cento grandi specie animali che si riproducono lungo le coste del Paese.

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