[30/04/2008] Parchi

La misteriosa impresa che vuole tagliare le foreste del Mali

LIVORNO. Il Mali è un Paese tra il Sahara e il Sahel, più famoso per i suoi deserti che per le sue foreste, eppure la Coalition pour la Protection du Patrimoine Génétique Africain (copagen) che raggruppa diverse associazioni ambientaliste, scienziati, agronomi, e leader sindacali e contadini di nove Paesi africani, ha scritto una lettera al governo di Bamako per chiedergli di annullare un contratto di sfruttamento forestale accordato alla società privata Afro Asie Bois Mali.

La superficie forestale interessata sarebbe enorme per un paese povero di legname come il Mali: 6 milioni e 650 mila ettari, circa il 18,5% del territorio nazionale verrebbe praticamente consegnato alla Afro Bois Mali che secondo la Copagen «non è identificabile all’estero, né immatricolata al registro di commercio del mali».
Per la coalizione ambientalista la decisione del governo maliano di cedere una gran parte del suo territorio ad una società misteriosa potrebbe avere come risultato una vera e propria devastazione della foresta nella zona della foresta pre-guineana, una delle rare zone del Mali ancora risparmiate dalla desertificazione.

Sulla scorta delle esperienze fatte in altri Paesi africani, la Copagen prevede l’abbattimento totale delle essenze forestali più rare, costose ed appetibili e accusa il governo di Bamako di aver violato le norme in vigore sulle decentralizzazione e di «flagranti violazioni delle procedure amministrative, tecniche e finanziarie».

Il sospetto che dietro questa operazione ci sia l’espansionismo economico cinese in Africa è forte. Nei giorni scorsi, i giornali di Bamako avevano riportato la denuncia degli abitanti dei villaggi intorno a Kita, una città del Mali occidentale, di un esteso taglio abusivo di legname. Sembra una maledizione: più i Paesi sono Poveri e più le foreste sono preziose per le popolazioni e la biodiversità, ma più vengono svendute dai governi al peggior offerente.

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