[30/04/2008] Parchi

Mazzantini ad Agresti: il Piano del Parco dell´Arcipelago è frutto di un lavoro bipartisan

PORTOFERRAIO (Livorno). Vedo che il Consigliere regionale di An Andrea Agresti è convinto che «Dire che il Piano del Parco è frutto del lavoro di uomini di An con il placet del senatore Altero Matteoli è pura fantasia: basta ricordare l´accanimento del Presidente Martini contro la nomina di Ruggiero Barbetti a Presidente del Parco», eppure all´Elba questa cosa che ad Agresti pare incredibile la sanno tutti e la sa bene anche chi scrive perché, anche se ad Agresti pare impossibile, ho fatto per anni il consulente del Commissario Ruggero Barbetti, proprio nel periodo nel quale è stato rivisto quel Piano che oggi non piace più. Quella consulenza e quel lavoro sono costate per 5 anni a Legambiente l´accusa di contiguità con la Destra, ora la cosa si ribalta e Legambiente è accusata di essere contigua al centro-sinistra e di non tener conto «dell´insegnamento che a un certo ambientalismo è stato dato dagli elettori il 13 e 14 aprile».

Agresti, barricato dietro i suoi paraocchi ideologici, pensa che «L´Ente Parco è gestito per la stragrande maggioranza da persone legate al Presidente Martini e all´ex Ministro Pecoraro Scanio, il che rende assai inverosimile che costoro abbiano prodotto un Piano frutto del lavoro di uomini di An», sarà inverosimile ma è proprio quello che è successo e non si capisce perché Agresti, per sapere se quel Piano sia davvero quello licenziato dal Commissario Barbetti, non lo chieda direttamente al suo collega di Partito, invece di insospettirsi a vuoto. Se non crede a Barbetti può sempre chiedere all´ex presidente del Parco Giuseppe Tanelli o all´Agriconsulting s.p.a. che ha redatto il piano su incarico del Direttivo del Parco.

E´ quindi evidente che con la materia che stiamo trattando le elezioni ed il loro risultato non c´entrano nulla, si sta discutendo di un Piano del Parco avviato nel 2000 (nel frattempo ci sono stati 3 governi, due elezioni nazionali e innumerevoli elezioni locali) e portato a termine da un commissario del Parco di Alleanza Nazionale nominato dal ministro Matteoli nel 2001.

Per quanto riguarda il riavvio dell´Iter istitutivo del´area marina protetta è innegabile che questo sia un merito da attribuire al Ministro dell´Ambiente Altero Matteoli, forse la verità fa male, è scomoda, ma è questa.

Agresti ed altri scoprono solo oggi che esistono protezioni a mare che risalgono (Gorgona, Capraia, Montecristo, Pianosa e Giannutri) addirittura a molti anni prima che il Parco venisse istituito nel 1996, ma si scordano di dire che il Piano del Parco non cambia (perché non può) le attuali zonazioni a mare 1 e 2 che sono più "penalizzanti" delle zone B e C che ci sono in un´Area marina protetta (Amp) davvero istituita, e che l´Amp dell´Arcipelago Toscano si sta istituendo con altre procedure, strumenti e studi. Ci dispiace per l´esagitato consigliere del Giglio Ortelli, ma le zonazioni a mare contenute nel Piano sono quindi quelle consegnate al Parco nel 1996 (Dpr istitutivo) e nel 1997 (Dm su Pianosa), non esiste nessun complotto per istituire un´Amp che è prevista da tre leggi dello Stato che risalgono anche a 26, 12 e 10 anni fa e che non sono state modificate dai governi di qualsiasi colore politico!

Invece Agresti utilizza gli studi e il quadro conoscitivo del Piano (risalenti al 2001!) per seminare il sospetto che siano la base per realizzare l´Amp. Gli studi per l´Amp, prevista dalla legge 979 del 1982, sono stati avviati dal Ministero fin dal 1986 e sono stati forniti ai Comuni dell´Arcipelago, tra questi è allegato anche il quadro conoscitivo del Parco (che è appunto un quadro di informazioni scientifiche su fauna flora e risorse ambientali, non una legge o un regolamento), ma i dati del Ministero si basano soprattutto su ricerche dell´Icram e dei centri scientifici universitari.

Se Agresti non crede che questo sia l´iter ed il quadro scientifico per istituire l´Amp può chiedere al Dipartimento Conservazione della Natura del Ministero dell´Ambiente, oppure direttamente al Ministro Altero Matteoli che quell´iter ha riavviato nel 2005.

Ma il pregiudizio di Agresti si fa evidente quando dice: «Questo Piano non è poi coerente con la legge 394, la quale all´articolo 14 prevede la stesura di un "Piano pluriennale economico e sociale" che dovrebbe procedere di pari passo con l´adozione del Piano del Parco. Purtroppo il Piano del Parco, una volta adottato isolatamente e senza il Ppes, per i prossimi dieci anni si occuperà solamente di disciplinare, senza promuovere e indirizzare lo sviluppo, penalizzando così fortemente le attività economiche», Il Pps è infatti praticamente pronto ed è stato rinviato all´Agriconsulting per gli ultimi aggiornamenti, la redazione di quel Piano non spetta al Direttivo del Parco, ma alla Comunità del Parco (11 Comuni, province di Livorno e Grosseto, regione toscana, ormai ex Comunità Montana dell´Arcipelago Toscano), se Agresti non ci crede può chiederlo al vicesindaco di centro-destra del Comune di Porto Azzurro, Angelo Banfi, che per sette anni ha seguito da vicino, come Direttore del Parco, tutta la fase di redazione e approvazione dei Piani, prima con Tanelli e poi con Barbetti, e che ora siede nella Comunità del Parco in rappresentanza del suo Comune.

Come si vede, e purtroppo per Agresti, quel Piano del Parco è davvero frutto di un impegno bipartisan che ha visto protagonisti e fortemente impegnati uomini di centro-destra e di centro-sinistra che possiamo solo ringraziare per il lavoro svolto, perché le isole hanno urgente bisogno di un Piano del Parco e ritardarne o bloccarne l´adozione per incomprensioni o ripicche politiche sarebbe un danno per tutti, a cominciare dalle strutture turistiche ed agricole che sono dentro l´Area protetta.

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