[28/04/2008] Comunicati

La lezione di Marco

Ci colpiscono sempre le persone che, pur avendo gravi problemi di salute come da tanti anni aveva Marco, pensano soprattutto e prima di tutto agli altri. Pensano all’aria che respirano gli altri, all’acqua che bevono, al mare che si ritrovano davanti, al fatto che si deve lavorare per vivere non vivere per lavorare, ai diritti nel mondo del lavoro e nella società, che al mondo siamo tutti uguali e tutti abbiamo pari dignità.

Ricordo l’ultima volta che ci siamo visti, pochi giorni fa, la sera di venerdì 18, all’ultima riunione della Legambiente è venuto, ci ha dato il suo prezioso contributo di idee e di lucida analisi, poi ci ha confessato che aveva passato tutto il pomeriggio al pronto soccorso per una emorragia da un orecchio; nonostante questo è venuto ugualmente alla riunione.

Queste persone ci colpiscono perché magari nella nostra mente possiamo pensare: ma chi glielo fa fare a Marco di venire a confondersi con noi, a discutere, spesso a litigare. Perché, come si dice, non pensa alla sua salute ? Eppure Marco c’era sempre con tutta la sua grande intelligenza, cultura e passione, c’era e diceva sempre la sua con la calma e la ragionevolezza che erano la sua cifra (come ricordano articoli di stampa: toni mai esasperati e maniere cordiali).

E allora forse ci viene da dire che Marco pensava alla sua salute anche così, stando con gli altri, in mezzo agli altri, spendendosi, senza interesse personale, solo per gli altri e per il bene comune.

Si è sempre battuto per i contenuti, oltre le organizzazioni in cui militava, lo ricordo pochi anni fa radiato (e poi riammesso) dal direttivo della Fiom perché si è battuto con tutte le sue forze contro accordi sindacali che limitavano il diritto allo sciopero, stampando e distribuendo volantini di dissenso, promuovendo discussioni a non finire, insomma come si dice in gergo: “mettendosi di traverso”.

Nella stessa Legambiente non ha esitato a pronunciarsi pubblicamente contro posizioni nazionali non condivise, insomma giustamente, per lui l’organizzazione non era un fine ma il mezzo.

La perdita di Marco è una perdita grande, per i suoi cari prima di tutto, ma anche per noi della Legambiente, per questa città e per questo territorio a cui tanto ha dato, per difenderlo e farlo crescere in qualità, perché sia sempre più vivibile da tutti, non da pochi. Dobbiamo prendere esempio da lui e cercare di imitarlo, perchè finché ci saranno uomini come Marco che pensano soprattutto e prima di tutto agli altri, un altro mondo è davvero possibile.

Ciao Marco

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