[24/04/2008] Comunicati

Kyoto G8 civil forum, Legambiente: «La sfida climatica va affrontata in modo globale»

FIRENZE. La crisi climatica con i suoi risvolti sociali, ambientali ed economici è crisi globale che interessa tutti anche se sono le aree più povere ad essere maggiormente colpite. Il tema deve avere priorità nelle agende politiche dei governi di tutto il mondo e le decisioni prese in modo unitario e non “elitario” come invece avviene nel modello G8 dove pochi decidono per tutti. Le Ong inoltre riconoscono nell’Onu l’organismo che possa dare voce a tutte le istanze che caratterizzano attualmente l’umanità, a condizione che venga opportunamente riformato. Queste in sintesi le istanze principali che vengono dal Civil G8 (che si chiude oggi a Kyoto), il terzo meeting di Ong provenienti da tutto il mondo convocato per discutere su come continuare ad intensificare il dialogo tra la società civile internazionale e i rappresentanti dei paesi del G8 che si riuniranno quest’anno dal 7 al 9 luglio in Giappone.

L’Italia è stata rappresentata all’appuntamento da Legambiente (unica presenza ambientalista italiana) con il coordinatore della segreteria nazionale e responsabile del dipartimento internazionale, Maurizio Gubbiotti «Riteniamo che il percorso di riduzione delle emissioni di gas serra debba rimanere dentro il contesto delle Nazioni Unite ed essere molto più incisivo di quanto non sia stato fino ad oggi. L’Italia deve contribuire al raggiungimento nel 2009 di un accordo globale nell’ambito della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite, che stabilisca obiettivi di riduzione delle emissione di gas serra a medio e lungo termine e fare in modo che il G8 2009 in Sardegna dia impulso al processo multilaterale in atto in seno alla Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite. In questo summit - continua Gubbiotti - le tante realtà di società civile organizzata sono sembrate d’accordo sul voler superare la divisione tra “sviluppisti”, cioè coloro che si occupano di cooperazione allo sviluppo e ambientalisti, ma se vorranno condizionare le scelte dei governi dovranno essere molto più incisive di quanto non siano state in questa occasione nella tavola rotonda conclusiva di confronto con gli sherpa del G8 istituzionale».

Legambiente in Giappone ha ottenuto un importante risultato: la positiva accoglienza da parte delle Ong ambientaliste presenti, della proposta di adesione alla mobilitazione indetta per il 7 giugno a Milano “In marcia per il clima” promossa dall’associazione ambientalista insieme ad altre 30 organizzazioni italiane. «Ci mettiamo in marcia per il clima – prosegue l’esponente ambientalista – perché gli obiettivi di riduzione delle emissioni fissati dalla Ue del 20-20-20 al 2020 (20% di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, 20% di efficienza e 20% di energia prodotta da fonti rinnovabili) hanno serie probabilità di non essere raggiunti dall’Italia che potrebbe per questo, essere collocata dagli stessi partner europei in una situazione marginale in merito ai processi di innovazione di processo e di prodotto, imposti dalla crisi energetica e dalla necessità di ridurre le emissioni di CO2. La marginalizzazione dell’Italia, se dovesse avvenire, metterebbe in moto effetti economici, sociali e culturali che non possiamo sottovalutare e che hanno a che fare direttamente con la coesione sociale del Paese e con le prospettive del suo sviluppo. A perdere -conclude Gabbiotti - non sarebbe solo la qualità ambientale ma tutto il sistema Paese e per questo è fondamentale dare voce ai tanti che come noi non intendono perdere questa sfida».

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