[23/04/2008] Vivere con cura di Marinella Correggia

Il giacimento dell’arredo usato

ROMA. «Il bicchiere in cui bevi, le tazze del caffé che hai gustato, la sedia su cui sei seduta, questo mobile, quell’altro: dentro questa casa non ho comprato nemmeno un oggetto. Ho chiesto all’ex proprietario di non buttare nulla». Andrea, abitante a Poggio Mirteto (Ri), è protagonista di un riuso totale nel campo dell’arredo. Francesca e Riccardo, abitanti in provincia di Venezia, hanno una casa all’insegna non solo del riuso ma del riutilizzo creativo di oggetti, reinventati: un passo in più.

Sono esempi, l’uno e l’altro, di arredi risparmiosi dal punto di vista economico e anche ecologico. I danni ambientali più gravi legati all’arredamento d’interni si fanno forse scegliendo il legno sbagliato e troppo legno “nuovo”. Il taglio illegale è una grave minaccia alle foreste primarie, in primo luogo quelle tropicali. L’Italia importa ogni anno oltre due milioni di metri cubi di legno e un terzo, o forse perfino la metà, è di origine tropicale, in buona parte proveniente da taglio illegale. Siamo inoltre il primo trasformatore di mobili e altri derivati del legno fra cui parquet e infissi.

Un’altra pesante presenza nell’arredo domestico sono i prodotti dell’industria petrolchimica, inquinanti e insalubri in tutte le fasi del loro ciclo vitale: produzione, uso, smaltimento. Un milione di tonnellate di pitture, vernici, svernici e via colorando e scolorando sono spalmate ogni anno sulle superfici abitative italiane, dentro e fuori.

Converrà dunque adottare pezzi della miniera inestinguibile di materiali e oggetti già esistenti. Li abbiamo davanti agli occhi, perfino vicino ai cassonetti o nelle isole ecologiche (quella di Follonica permette il prelievo di mobili e altro). Con la vendita dell’usato, una quantità di cooperative solidali vivono e finanziano anche progetti nel Sud del mondo; è il caso di Mani Tese ed Emmaus. Per una panoramica di quanto esiste in Italia è utile il libro Tutto da rifare, di Pietro Luppi (ed. Terre di mezzo, Milano).

Poi, la fantasia! Si possono realizzare librerie impilando in orizzontale le cassette di legno della frutta, quelle più profonde e di buon legno. Impilate per il lungo una volta piene di libri staranno su appoggiate al muro anche senza bulloni o simili. Belle se, una volta lisciate con carta vetrata molto sottile, saranno dipinte con smalti ecologici a base di terre e oli vegetali. Possiamo trovarli nei negozi di bioedilizia. Questi stessi colori naturali bastano a trasformare un banale mobile purché di legno. Il procedimento di colorazione del legno ha varie fasi e non ci possiamo dilungare - ma dove acquistiamo il materiale ci istruiranno. Possiamo comunque produrre anche uno scurente con il mallo di noce. In un barattolo schiacciare dei malli di noce già marroni e coprirli di alcol (quello per diluire la gommalacca). Lasciare a macerare per una settimana.

Un piacere speciale è adottare creativamente le res derelictae: oggetti che altri hanno abbandonato o getterebbero. Si può trattare di mobili e perfino piastrelle: recuperando i campionari negli smorzi si potranno fare superfici a mosaico effetto Vietri. E a proposito di campionari: c’è chi con gli scampoli dei tappezzieri fa coperte patchwork come arazzi fiamminghi. Un altro pezzo di ecoarredo.

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