[22/04/2008] Consumo

Seul trasforma i cani in bestiame da macello

ROMA. L’amministrazione di Seul, la capitale della Corea del sud, starebbe per classificare i cani come “bestiame”, rendendo così nuovamente legale la macellazione e il consumo a scopo alimentare di milioni di cani, vietate dal 1984 ma mai cessate davvero, anche nei più di 500 ristoranti di Seul che servono cane canina. I coreani non sono i soli a mangiare carne di cane, lo fanno alcuni popoli del grande nord e la pratica era in uso anche tra gli indiani d’America e in altri Paesi asiatici, ma la Lega antivivisezione(Lav) insorge: «Tra i popoli asiatici è purtroppo diffuso il consumo di carne di cane - dice Elisa D’Alessio, responsabile nazionale Lav cani e gatti - ma l’opinione pubblica italiana e internazionale è sempre più attenta al benessere degli animali: siamo profondamente contrari a classificare i cani come bestiame, e più in generale siamo favorevoli alle scelte alimentari prive di ingredienti animali, per questa ragione abbiamo scritto all’ambasciatore della Corea del Sud a Roma chiedendogli di farsi interprete presso l’Amministrazione municipale di Seul della nostra richiesta di mantenere in vigore il divieto di macellazione garantendone anche l’effettivo rispetto attraverso controlli e severe sanzioni».

I coreani dimostrano da sempre un discreto fastidio per l’animalismo occidentale, così come i cinesi non comprendono tutta questa attenzione per il commercio di parti di animali selvatici per la loro medicina tradizionale, l’animalismo ha ancora molta strada da fare per raggiungere dall’occidente l’Asia ed altri Paesi in via di sviluppo che vedono nei cani (e negli orsi, nelle scimmie, nelle cavie….) non animali da compagnia ma cibo.

Ilaria Innocenti del settore cani e gatti della Lav spiega che «Già durante le Olimpiadi del 1988 a Seul i cittadini italiani e di molti altri paesi avevano espresso il proprio disappunto verso il consumo di questi animali: siamo certi che oggi le proteste saranno ancora più numerose e convinte».
La Lav chiede ai propri sostenitori e ai cittadini italiani di unirsi alla sua protesta contro questa proposta di Seul inoltrando all’ambasciatore della Corea del Sud l’appello che riproduciamo:

All’Ambasciatore della Repubblica di Corea a Roma: Kim Joong-Iae, presso l´Ambasciata della Repubblica di Corea - Via Barnaba Oriani, 30 - 00197 Roma - fax 06-80.24.62.59

Gentile Ambasciatore,
esprimo il mio massimo disappunto su quanto di recente diffuso da organi d’informazioni nazionali. Leggo, infatti, che la città di Seul - nonostante una legge del 1984 definisca la carne di cane un cibo “ripugnante” - starebbe pensando di includere i cani tra gli animali considerati «bestiame» e conseguentemente di legalizzarne la macellazione. Sono profondamente contrario alla classificazione dei cani come bestiame e alla legittimazione della loro macellazione e del consumo della loro carne. L’opinione pubblica italiana, come quella internazionale, è sempre più attenta al benessere degli animali e già durante le Olimpiadi del 1988 a Seul ha espresso il proprio disgusto per questa pratica. Sono convinto che ogni nazione debba farsi garante della tutela e del benessere degli animali - esseri viventi capaci come noi di provare piacere e dolore e con una propria vita relazionale ed emotiva - e chiedo quindi all’Amministrazione municipale di Seul di ritirare tale proposta e di intensificare i controlli nei ristoranti nei quali si somministrano pietanze a base di carne di cane. Se l’Amministrazione non dovesse ritirare la proposta, mi unirò a coloro che chiederanno con forza al Governo di non accoglierla. La invito a farsi interprete di questo appello confidando nella sua sensibilità sull’argomento.

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