[16/04/2008] Energia

Epr: il nucleare del futuro è troppo lento e costoso?

LIVORNO. Mentre la Francia offre il nucleare di ultima generazione alla Corea del sud, ci pensa Greenpeace a guastare la festa direttamente a Parigi, intervenendo all’assemblea annuale di Areva, il più importante costruttore di centrali nucleari, e colpendo proprio dove più fa male: gli investitori e gli azionisti. Yannick Rousselet, di Greenpeace Francia, li ha avvertiti che «Il nuovo Epr (reattore pressurizzato europeo) di Areva si sta rivelando un incubo come il nucleare più vecchio. Anziché produrre energia a basso costo, sicura e disponibile, è un incubo sia per i costi che per la sicurezza. Contrariamente alle promesse, infatti, i due cantieri degli unici due Epr in costruzione, in Finlandia e Francia, presentano numerosi problemi. Il reattore in costruzione a Olkiluoto in Finlandia ha già due anni di ritardo e i maggiori costi potrebbero aver raggiunto una perdita di 1.5 miliardi di euro. Ha una serie di problemi tecnici che hanno conseguenze sulla sicurezza: la base di cemento è di scarsa qualità, il guscio di contenimento non sufficientemente robusto e ci sono vari problemi legati alla qualità delle saldature in diverse componenti del reattore».

E Greenpeace elenca impietosamente tutte le magagne del nucleare del futuro: contrariamente a quel che si pensa, la costruzione dei due Epr "modello" in Finlandia e Francia incontrano seri problemi. Per il reattore finlandese di Olkiluoto Areva e Siemens hanno già accumulato due anni di ritardo ed i costi hanno già superato la previsione di un miliardo e mezzo di euro che i due colossi industriali stanno cercando di recuperarne almeno in parte, rifacendosi sul loro cliente, la Tvo. Ma il contratto nucleare aveva un prezzo prefissato ed ora la Tvo si sta mangiando le mani a morsi per aver scelto il nucleare invece di investire in fonti rinnovabili ed efficienza, visto che non riesce a raggiungere gli obiettivi del Protocollo di Kyoto e garantire la sicurezza energetica finlandese nei prossimi anni.

In Francia, il tentativo di costruire un Epr sta incontrando difficoltà simili: da quando è iniziata la costruzione in Normandia a Flamaville, alla quale Enel compartecipa al 12,5%, l’Autorità di sicurezza nucleare francese (Asn), ha rilevato seri problemi tecnici: utilizzo di cemento di qualità non adeguata, insufficienti strutture di rinforzo in acciaio alla base del reattore, saldature di cattiva qualità e scarsa qualificazione del fornitore del guscio di acciaio,controlli di qualità non sufficienti o inesistenti, variazioni al progetto non autorizzate e un’incapacità di correggere gli errori riscontrati.

La cosa singolare è che così lo Stato francese mette in dubbio l’efficienza di Areva, controllata all’87% per cento dallo Stato francese, che vuole costruire due centrali in Finlandia e Francia con il contributo di molti Paesi, tra i quali anche la Cina, mentre gli Usa si sono per ora sfilati con un voto del Congresso. «Qualunque governo, coinvolgendo Areva, rischia di pagare caro sia in termini economici che di dipendenza dal governo francese per la tecnologia e il combustibile nucleare – dice Jan Beranek di Greenpeace International - Sarebbe una follia totale per i governi riporre la loro fede nel nucleare per cercare una riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Sia gli aspetti economici che il fattore tempo sono contro il nucleare. Altre alternative sono più sicure ed economicamente convenienti, già adesso».

«Quel che succede in Finlandia e in Francia, a Flamanville, dove sono in costruzione i due primi reattori Epr d i Areva, prova già che per il nucleare è troppo tardi, troppo caro, troppo rischioso – afferma Yannick Rousselet – i nuovi Epr di Areva si rivelano nient’altro che un cavallo di Troia: al posto di fornire un’elettricità meno cara e sicura, i consumatori dovranno far fronte ad un incubo in termini economici così come in termini di sicurezza».

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