[15/04/2008] Parchi

La Svizzera abbatte l’orso Jj3 sconfinato nei Grigioni

LIVORNO. Gli orsi non godono di grande simpatia nei Paesi di lingua tedesca: la Svizzera, nonostante le molte richieste di “grazia”, ha fatto abbattere dell’orso JJ3 che si era introdotto ignaro nelle valli della Confederazione. Massimo Vitturi, responsabile del settore caccia e fauna selvatica della Lav definisce l’uccisione «Un atto scellerato e da condannare senza riserve, l’orso non doveva essere abbattuto. Non vi erano motivi fondati per arrivare ad una soluzione così drastica e avevamo proposto, anche in una recente lettera all’ambasciatore a Roma della Confederazione Elvetica, delle possibili soluzioni non cruente, come il trasferimento dell’orso in una zona lontana da centri abitati. Questa repentina uccisione, invece, rappresenta l’esercizio di un inaccettabile potere di vita e di morte su animali che hanno tutto il diritto di essere tutelati, al pari di ogni altro essere vivente. Con questa condanna a morte la Svizzera compie un gravissimo arretramento in materia di tutela degli animali e dell’ambiente».

Il Wwf è preoccupatissimo: «altri orsi arriveranno presto in Svizzera, l´abbattimento di JJ3 non è quindi una soluzione e il Wwf deplora la decisione delle autorità cantonali grigionesi di uccidere l´animale». Kurt Eichenberger responsabile biodiversità del Wwf Svizzera spiega che «JJ3 si avvicinava molto agli uomini durante gli spostamenti notturni, non ha però mai dato segni di aggressività e non si poteva quindi considerarlo "pericoloso". Tenendo conto di questo aspetto, bisognerà esaminare attentamente le ragioni addotte per giustificare l´uccisione. Si sarebbe dovute continuare le azioni intimidatorie messe in opera per condizionare l´orso, come il Wwf ha richiesto più volte alla Confederazione e al Cantone. Le autorità hanno perso un´occasione per sperimentare la coabitazione con un orso "problematico" e di sensibilizzare la popolazione su come si debbano gestire i rifiuti in presenza di un animale di questo tipo».

I plantigradi sollevano evidentemente opposte pulsioni a secondo del versante alpini: a nord si spara e a sud si protegge e ci si arrabbia per l’insensibilità degli Svizzeri. Per il responsabile aree protette e territorio di Legambiente, Antonio Nicoletti, l’abbattimento dell’orso Jj3 è «Un atto barbaro. La Svizzera dovrà dare conto dell’enorme danno inferto alla biodiversità alpina con questa uccisione, che dimostra, purtroppo, quanto sia ancora lunga la strada da fare per armonizzare le direttive e i regolamenti internazionali con le leggi dei singoli Stati».

Damiano Di Simine, responsabile Alpi di Legambiente, sottolinea che «La tutela dei grandi predatori non può essere lasciata in mano alle decisioni di singoli Paesi e proprio per questo è stata ratificata la Convenzione internazionale delle Alpi che prevede tra l´altro una serie di impegni a tutela del ricchissimo patrimonio di biodiversità di tutto l’arco alpino. Italia e Svizzera, però, sono proprio gli unici due Stati a non aver ancora attuato i protocolli della Convenzione rendendola così inefficace. Il nuovo Governo dovrà, dunque, al più presto dare via libera all’attuazione del protocolli della Convenzione e fare pressione sulla comunità internazionale perché anche la Svizzera s’impegni concretamente a rispettarla. In ogni caso i nostri “vicini” dovranno rendere conto dell’enorme perdita di biodiversità causata con l’insensata uccisione di un esemplare di plantigrado riconosciuto specie prioritaria anche nella Direttiva europea 43/92 - habitat».

Per l’ormai ex ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio l’abbattimento è «sbagliato e irrazionale. L´Italia aveva offerto supporto mezzi e uomini a tutela specie protetta. E’ un fatto molto grave. In Svizzera, come in Baviera per l´orso Bruno, e´ stata assunta una decisione sbagliata e irrazionale che rende più difficile la reintroduzione di un animale che ha sempre abitato l´areale alpino. ´Anche nel caso di Jj3 l´Italia si era mossa subito: avevamo, tra le altre cose, offerto alla Svizzera supporto di uomini e mezzi per raggiungere l´obiettivo di salvaguardare l´orso. Avevamo dato disponibilità a riprenderlo, si poteva spingerlo verso aree meno frequentate. Insomma si poteva fare altro. Si doveva evitare di abbatterlo!. Tutelare le specie simbolo della biodiversità è un obiettivo che tutti i Paesi debbono condividere, ma per raggiungerlo serve dialogo e non chiusure». Poi Pecoraro Scanio fa un’affermazione che coinvolge in qualche maniera anche le responsabilità del prossimo ministro di centro-desta: «L´Italia comunque e´ determinata e proseguirà in questa direzione. Ma è evidente che questi animali necessitano di tutela in ambito transfrontaliero. E l´Europa si deve porre questo problema».

Per Michele Candotti, direttore generale Wwf Italia., «L´ennesimo episodio di abbattimento di un orso nelle Alpi mette in luce la necessità di una politica europea comune che va fatta a livello alpino, per una gestione coordinata di conservazione della biodiversità. Ogni orso che scompare nelle Alpi accresce il rischio di estinzione per questi animali nell´arco alpino. Per questo è grave che il Cantone dei Grigioni non abbia fatto tutto il possibile per evitare l´abbattimento dell´animale».

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