[15/04/2008] Comunicati

Elezioni 2008: né rosso né verdi

LIVORNO. Nel pomeriggio di ieri Italcementi ha fatto segnare + 3,51%, Buzzi Unicem è salita del 3,05%, Impregilo +2,17% e Cementir +0,75%: il settore delle costruzioni nel suo complesso, è stato l’unico ad alzare la testa (+0,37%), mentre la borsa di Milano sembra non aver subito contraccolpi eccezionali né in positivo né in negativo, dall’esito elettorale, assestandosi su un calo sobrio, di -1,06% (il 9 aprile 2006, quando vinse Prodi, fu -1,85%).

La crescita promessa dal Popolo delle libertà fa scommettere ancora una volta, fin dal primo giorno della terza era Berlusconi, sull’economia del cemento e sulle grandi opere, sul Ponte sullo stretto e sulla Tav (che ora vogliono tutti: se mettiamo insieme i voti espressi dai cittadini della Val di Susa per i partiti che si sono dichiarati contrari all´Alta velocità si racimolano pochi spiccioli percentuali. E questa si chiama democrazia, darling), sulla detassazione degli straordinari (vivere per lavorare / non lavorare per vivere), sul rilancio della missione militare in Afghanistan (solo per citare le prime due impellenti richieste arrivate a scrutinio ancora in corso, rispettivamente da Confindustria e Stati Uniti).

Dell’economia ecologica nemmeno l’ombra.

Quel poco di economia ecologica arruffato in fretta e furia nel programma della Sinistra Arcobaleno è naufragato nel voto utile e nel voto di protesta, aggettivazioni tanto oggettive quanto inutili ad addolcire un disastro che qualcuno ha definito inimmaginabile.

Quel poco di sviluppo sostenibile declinato nel programma del Partito democratico graverà invece sulle spalle di deputati ecologisti che siederanno qua e là tra i banchi del Parlamento (forse pochi, ma probabilmente buoni, e per una volta proveremo a dimenticare che la qualità sta nella quantità): che dovranno tentare di resistere e di limitare i danni di fronte all’imperativo della crescita che li travolgerà dall’una e dall’altra parte dei due schieramenti.

Nel 2006 le due grandi alleanze si erano presentate alla prova elettorale con due programmi sensibilmente distinti, almeno sulle tematiche ambientali, e noi ci permettemmo di dire fin da subito che «dalle urne esce una componente ambientalista che non riporta un risultato esaltante». Ma non abbiamo esitato a dare conto nell’arco di questi due anni dei risultati raggiunti sul fronte della sostenibilità.

Faremo altrettanto, anche se le premesse sono disarmanti e pare ridicolo solo pensare di poter sperare che da parte di un governo di destra (di questa destra, di questo Paese) l’economia possa essere orientata alla sostenibilità: e questo nonostante i buoni consiglieri (pochi, perché anche in questa caso la quantità non fa la qualità) che siederanno in consiglio dei ministri (Alemanno?) e nonostante i cattivi consiglieri (qui la lista sarebbe troppo lunga) come quel delfino che oggi parla del liberalismo come dell’anticristo.

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