[14/04/2008] Energia

L’azzardo nucleare americano dell’Ucraina che dimentica Cernobyl

LIVORNO. L’Ucraina ha inviato nuovamente militari in Iraq, dopo averne ritirati 1.600 in seguito alla morte di 18 di loro. Si tratta del pagamento di un pegno per l’entrata dell’Ucraina nella Nato fortemente avversata dalla Russia e il governo “arancione” di Kiev sta cercando di smarcarsi da Mosca anche per quanto riguarda l’energia, anche per quanto riguarda quella atomica.

Ma sbarazzarsi dell’eredità sovietica non è agevole. L’azienda statale ucraina Energoatom ha firmato un contratto di fornitura di combustibile nucleare per la centrale Iujno-Ukraïnskaia con la statunitense Westinghouse Electric Company per il periodo 2011-2015 e nel 2007 ha intensificato i negoziati con industrie canadesi per la costruzione in Ucraina di un reattore nucleare “Canada Deuterium Uranium” (Candu) che Tatiana Sinitsyna, definisce quasi irridente su Ria-Novosti «"parenti" obsolete del reattore RBMK che è esploso 22 anni fa a Cernobyl».

Attualmente in Ucraina ci sono 15 reattori sovietici del tipo VVER ad acqua che vengono approvvigionati con combustibile russo, mentre l’accordo con Westinghouse prevede la fornitura di 630 “cartucce” di combustibile, per una ricarica annuale di almeno 3 reattori nucleari.

Ma i russi fanno notare che questo potrebbe essere pericoloso: «Il fatto è che lo sfruttamento di una centrale nucleare prevede l’utilizzo di una tecnologia complessa ed interdipendente non ammettendo niente di eterogeneo – dice la Sinitsyna - La sicurezza implica che tutte le centrali nucleari ucraine esistenti siano alimentate con combustibile per il quale esse sono state provate, vale a dire russo».

Insomma, dove andate senza di noi? L’Ucraina rischia, per la smania di sottrarsi all’abbraccio di Mosca, di dimenticarsi la lezione di Cernobyl del 1986. Una decisione che secondo esperti nucleari russi è più politica che fondata su aspetti economici e scientifici.

Il combustibile nucleare della Westinghouse sarebbe almeno il 25% più caro di quello fornito dal Rusatom e i russi sottolineano che «suscita apprensione sul piano della qualità. Si tratta evidentemente di una decisione impulsiva: l´Ucraina ha appena esaminato con i russi le condizioni di fornitura di combustibile dopo il 2010 e, tutto un colpo, firma un contratto con Westinghouse, che oltre ad avere molte riserve, tradisce i dubbi della parte ucraina».

I russi danno lezioni di efficienza e sicurezza nucleare, ma dimenticano bellamente che l’incidente nucleare di Cernobyl è il frutto delle scelte nucleari fatte a Mosca e dei ritardi nel lanciare allarmi, l’Ucraina era, ed è rimasta, una specie di colonia che mette a disposizione il proprio territorio per risolvere i proprio problemi energetici fornendo basi strategiche, ieri all’Urss, oggi agli Usa.

Ma i russi hanno ragione quando dicono che l’Ucraina non ha ben valutato i rischi, anche se nell’accordo con gli statunitensi in qualche maniera si premunisce: rescissione del contratto in caso di utilizzo di combustibile non autorizzato e blocco in caso di defaillance tecnica massiccia del combustibile.

Ma perché gli ucraini allora corrono il rischio di utilizzare combustibile nucleare Usa in centrali sovietiche, aumentando di più volte come avvertono i russi «i rischi di incidente grave nella centrale nucleare aire Iujno-ukrainskaia», che evidentemente sono già presenti.

La stessa Finlandia, che ha una lunga storia di inimicizia con la Russia e l’Urss, ma che in nome della neutralità si fece costruire dai russi i suoi impianti nucleari civili, continua ad usare nelle sue centrali nucleari combustibile russo ed ha rifiutato un’offerta della Westinghouse.

La Sinitsyna fa un altro esempio interessatissimo: «l´utilizzo del combustibile americano nella centrale nucleare ceca di Temelin ha prodotto una minaccia di panne del reattore. Il buon senso ha costretto Praga a ritornare alle tecnologie russe, malgrado le considerazioni politiche. Gli ungheresi hanno vissuto un episodio di questo genere ancora più significativo. La regola delle "tecnologie apparentate" è stato dimenticato nella centrale nucleare di Paks dove il “lavaggio” delle “cartucce” del secondo reattore è stato affidato alla compagnia Franco-tedesca Framatome ANP, e non a specialisti russi.

In seguito all’impiego di tecnologie “eterogenee”, il pozzo N°1 del secondo reattore è stato messo fuori servizio, e 30 “cartucce” di combustibile nucleare sono state danneggiate. Si è dovuti ricorrere d´urgenza a specialisti russi che ci hanno messo tre anni e mezzo per rimediare alla situazione» L’incidente ungherese fu qualificato come “grave” dall’Iaea ed al terzo livello di pericolosità nella scala mondiale di valutazione della sicurezza nucleare Ines.

Una cosa che riguarda anche aziende italiane come l’Enel che stanno investendo nel rimodernamento delle centrali ex sovietiche nei Paesi orientali dell’Ue che ha bisogno di grandi investimenti, cambiamenti tecnologici vastissimi, riqualificazione professionale dei tecnici. Cose di cui l’Ucraina non sembra azzardatamente tener di conto introducendo in una zona sensibile “innovazioni” che sembrano pericolose per gli esperti russi, che di incidenti nucleari se ne intendono…

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