[14/04/2008] Energia

Rigassificatori, ecco i 4 terminali ´scelti´ dal mercato

LIVORNO. «Per quanto riguarda il gas liquido da importare via mare, il governo stima un fabbisogno da coprire entro il 2010 di 33 miliardi di mc annui, corrispondenti a 3-4 nuovi terminali di rigassificazione Gnl, a seconda della capacità; entro l’anno 2015 occorrono ulteriori 10 miliardi di mc annui, corrispondenti a 1-2 terminali». Era il 30 agosto del 2006 quando l’allora governo Prodi indicò gli obiettivi da raggiungere e varò la cabina di regia che avrebbe dovuto, di lì a pochi mesi, scegliere i rigassificatori attraverso i quali raggiungere entro il 2010 la “diversificazione”.

La cabina di regia, a capo della quale era stato indicato il sottosegretario Enrico Letta, di fatto non partì mai, abdicando così la scelta dei progetti migliori al mercato stesso. E così è stato, perché venerdì scorsO la commissione Via ha espresso parere favorevole al progetto del rigassificatore di porto Empedocle e a quello di Rovigo. E Siccome tra 10 giorni dovrebbe arrivare il via libera anche per Goia Tauro questi 3 progetti impianti andranno ad aggiungersi a quello già autorizzato di Livorno (dove i lavori a terra sono iniziati).

E così il quadro è completato e tutto è andato come facilmente prevedibile: la politica ha deciso di non decidere e al suo posto ha deciso il mercato, ovvero hanno vinto coloro che sono stati più bravi / veloci / scaltri ad ottenere le autorizzazioni.

Nessuno mette in dubbio che magari proprio Livorno, Rovigo, Porto Empedocle e Goia Tauro possano essere i progetti migliori dal punto di vista della sostenibilità ambientale, sociale ed economico, ma anche se fosse il contrario, nessuno potrebbe essere in grado di affermarlo, perché una volta indicati gli obiettivi, il governo ha annunciato gli indirizzi che non sono però mai arrivati e certo questa mancanza non può essere imputata alla fine anzitempo del governo Prodi, che ha mantenuto in piedi la cabina di regia per appena qualche mese, tanto che a già a fine del 2006 se ne erano completamente perse le tracce.

Così in assenza di un piano energetico nazionale, di una cabina di regia sui rigassificatori e di una conferenza nazionale sull’energia, visto che quella dedicata al clima nello scorso settembre è rimasta inspiegabilmente orfana di questa tematica,

dobbiamo accontentarci da una parte del piano strategico 2008-2010 dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas e dall’altro con il libero sviluppo del mercato, che ha autonomamente scelto le 4 infrastrutture da privilegiare.

Tanto che buona parte della riunione di venerdì scorso della commissione è stata dedicata a dibattere se dovesse essere la stessa commissione di Via ad assumersi l’onere che spetterebbe a chi governa, ovvero di dare indicazioni sul numero e la dislocazione ideale delle grandi infrastrutture energetiche: ma siccome probabilmente neppure fra tecnici è facile decidere, si è deciso di rinviare la decisione e di istituire l’ennesima sotto-commissione nella commissione di Via specializzata sulla questione-rigassificatori e di dedicare al tema una riunione plenaria per non avvantaggiare determinati progetti rispetto ad altri.

E i nuovi eventuali pareri positivi di Via che giungeranno nei prossimi mesi per tutti gli altri porgetti in corsa? Il governo che uscirà dagli esiti delle urne sarà chiamato subito a confermare gli obiettivi generali e a dire quanti rigassificatori necessitano al Paese, scegliendo poi su quali puntare. Oppure deciderà ancora una volta di non scegliere e di aspettare di vedere chi arriva per primo ad accendere l’impianto.

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