[10/04/2008] Rifiuti

Condanna Ue per normativa discariche, il commento di Pecoraro

LIVORNO. Il ministero dell’ambiente risponde sul suo sito ufficiale alla condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia europea per mancata attuazione della direttiva comunitaria in materia di discariche. «La condanna – si legge nella nota - è dovuta al ritardo con cui fu recepita una direttiva del 1999 riguardante le discariche dei rifiuti. L’Europa, infatti, dava tempo ai paesi membri fino al 2001 per il recepimento delle norme. L’Italia invece la recepì solo nel 2003 con un decreto legislativo del Governo Berlusconi. Di conseguenza, la Corte contesta anche gli effetti derivanti dal decreto di recepimento del 2003».

Il Governo – prosegue la nota - è però già intervenuto, adeguandosi a quanto l’Europa chiede grazie ad una norma approvata lo scorso 1 aprile. La Corte oggi ha doverosamente constatato i problemi risalenti agli scorsi anni. Ovviamente, infatti, i danni del ritardato recepimento (dal 2001 al 2003) non sono cancellabili.

«Anche in questo caso – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio – abbiamo operato per ridurre le violazioni delle norme comunitarie ereditate dal precedente Governo. Non è un caso che in questi due anni abbiamo ridotto del 30% le infrazioni comunitarie che incombevano sull’Italia in materia ambientale. Siamo ancora lontani da un livello accettabile di applicazione del diritto comunitario, ma è innegabile che in pochi mesi siamo riusciti a ridurre significativamente il contenzioso. Il fatto che avessimo ereditato ben 80 infrazioni in materia ambientale è significativo di quanta poca attenzione fosse stata dedicata alla materia in precedenza. E’ evidente che nel futuro occorrerà vigilare affinché governo e enti locali non considerino le norme ambientali e a tutela della salute come fastidiosi impedimenti o terreno per pessime politiche ai danni del territorio».

Nello specifico, la Corte di Giustizia delle Comunità europee ha dichiarato che l’Italia è venuta meno agli obblighi previsti dalla direttiva 1999/31/CE sulle discariche di rifiuti, in quanto il decreto legislativo n. 36/2003, che traspone nell’ordinamento nazionale le disposizioni della direttiva, non prevede l’applicazione della direttiva alle discariche autorizzate dopo la data di scadenza del termine previsto per la trasposizione di tale direttiva e prima di quella dell’entrata in vigore del citato decreto legislativo e in quanto lo stesso decreto non provvede alla trasposizione dell’art. 14, lett. d), i), della detta direttiva.

A stretto giro di posta è arrivato anche il commento di Legambiente: «Il decreto di recepimento della normativa europea sulle discariche – sono le parole di Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente - è nato male è non è stato mai modificato. Sarà proprio questo uno dei compiti urgenti del prossimo governo. Questa è l’occasione - ha proseguito – per rendere effettivo quell’aumento del costo di conferimento conseguente all’implementazione della nuova normativa sulle discariche in vigore dal 2003, che fino ad oggi non si è ancora concretizzato. Solo aumentando i costi dello smaltimento in discarica, infatti, sarà possibile far decollare una nuova gerarchia economica della gestione dei rifiuti che renda più convenienti le politiche di riduzione e riciclaggio di rifiuti».

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