[09/04/2008] Urbanistica

Settis e il nuovo codice del paesaggio

PISA. Su Repubblica Salvatore Settis torna sul nuovo Codice dei beni culturali e del paesaggio valorizzandone soprattutto l’apporto che da esso può venirne all’azione delle istituzioni pubbliche contro ‘l’ondata di cemento che sta seppellendo il paesaggio italiano’. In particolare si evidenzia che con questa nuova normativa si disciplina la copianificazione obbligatoria Stato-Regioni così da commisurare il peso degli enti locali oggi troppo sbilanciato a loro favore con gli effetti noti dopo i tanti Monticchiello.

Quello che continua a non risultare chiaro specialmente dopo la Convenzione europea, ma anche stando a quanto lo stesso Codice afferma sullo stretta connessione oggi tra paesaggio, ambiente, natura come questa copianificazione stato-regioni ed enti locali possa dare il meglio di sé non avvalendosi di quegli strumenti di pianificazione ‘speciale’ sia dei parchi e delle aree protette che delle autorità di bacino che proprio su questa integrazione giocano il loro ruolo.

Come è noto, infatti, - sebbene si continui a far finta di niente - il nuovo Codice ha sottratto alla pianificazione dei parchi l’aspetto paesaggistico sul quale molte aree protette in particolare in Toscana (dove non c’è solo Monticchiello checché si continui a scrivere indignati) sono riuscite a fare buone cose meglio anche di molte sopraintendenze. Davvero è meglio così? Davvero la copianificazione giustamente richiamata funzionerà meglio con questa scissione? Difficile pensarlo e forse proprio per questo si continua a far finta di niente.

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