[08/04/2008] Consumo

Cambiamo stile di vita, demagogicamente parlando

LIVORNO. Quante volte sentiamo – e anche noi pronunciamo – frasi del tipo: bisogna cambiare lo stile di vita. Lo diciamo di fronte quasi a qualunque questione: consumismo, rifiuti, indebitamento, stress. Ma poi che si fa veramente per “agire” questa svolta nel nostro quotidiano? E cosa fa, o meglio cosa può fare, lo Stato o gli Stati per intervenire su un tema che sembra stare a cuore, nelle parole, a tutti? L’analisi richiederebbe tempo e spazi ben diversi da un articolo di giornale ma segnaliamo due notizie “estreme” che arrivano dal mondo per far sì che il dibattito poggi i piedi in terra (realtà) e non sulle nuvole (demagogia o attività oniriche).

Il primo fatto di cronaca arriva da un articolo del New York Times (fonte Ansa) che racconta ciò che sta accadendo negli Usa: lo stress di tener aggiornato 24 ore su 24 un ´diario on line´ combinato con l´assenza di esercizio fisico e di sonno e con una dieta irregolare e malsana, sono un cocktail potenzialmente letale che ha cominciato a mietere vittime nel mondo del web. Due settimane fa a Fort Lauderdale in Florida è stato celebrato il funerale di Russell Shaw, un prolifico blogger di temi tecnologici morto improvvisamente di infarto a 60 anni. In dicembre un altro blogger suo amico, Marc Orhant, ha fatto la stessa fine per un esteso blocco alle coronarie. Un terzo, Om Malik, ha avuto un infarto negli stessi giorni ma ce l´ha fatta: ha appena 41 anni.

Casi isolati o problema concreto? si domanda il giornale statunitense che ha raccolto le impressioni di altri ´diaristi´ della rete che hanno perso peso o sono diventati obesi, che non riescono più a dormire regolarmente o crollano esausti sulla tastiera: tutti disturbi, se non proprio malattie, attribuite allo stress di dover produrre notizie in un ciclo di informazione non stop in cui la concorrenza è spesso feroce. Il tema della necessità di ‘disconnettersi’ nel senso di darsi regole precise per non finire vittime delle macchine, ma sfruttarle per migliorare la qualità della vita, lo abbiamo già affrontato. Quello che invece vogliamo osservare oggi è che nessuno sta combattendo alcuna battaglia contro questa deriva moderna, bensì gli studi vanno nella medesima direzione. Giusto o sbagliato che sia. Cambio di stile di vita o meno, la ricerca dove va? Ed ecco il secondo fatto. Al Cern di Ginevra è stata sperimentata una soluzione tecnologica basata su fibra ottica ed una rete computativa di circa 50.000 server che garantirà alla struttura di Ginevra una connettività dalla portata di 10.000 volte superiore a quella delle più avanzate soluzioni a banda larga ad oggi disponibili.

Il progetto si chiama Grid – dicono le agenzie di stampa - ed è stato concepito come rete di trasmissione ed elaborazione per la gigantesca mole di dati proveniente dal Large Hadron Collider, l´acceleratore di particelle realizzato per studiare le origini della materia. Le prime a beneficiare della rete saranno le istituzioni universitarie collegate al LHC. Se la tecnologia di Grid dovesse essere futuribilmente estesa alle infrastrutture di comunicazione globali, si renderebbero possibili la fruizione di film in alta definizione in tempo reale o lo scaricamento pressoché istantaneo dell´intera discografia di un gruppo musicale.

Se pensassimo che le due cose non siano collegate, dunque, faremmo un grosso errore. Il punto non è che più si spinge sull’acceleratore e più si sbatte la testa contro il muro, ma che per affrontare la complessità delle sfide del 21° secolo bisogna aver chiaro dove la nave sta andando. Ovvero esattamente in direzione opposta a quella ipotizzata da quel cambio di stile di vita da molti evocato. Cambio di stile di vita – non si fraintenda – che sarebbe effettivamente necessario onde evitare di segarci il ramo sul quale stiamo tutti seduti. Il punto dunque è come cambiare (convertire) l’attuale modello economico che ha creato il nostro insostenibile stile di vita, ovvero riorientando l’economia (e la ricerca) verso la sostenibilità. Diversamente – come si vede – gli indispensabili sforzi individuali rischiano di rimanere testimonianze o peggio parole portate via dal vento.

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