[03/04/2006] Rifiuti

Via libera definitivo alla delega ambientale. Ciampi l´ha firmata

ROMA. Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi (nella foto) ha firmato questa mattina il Decreto Legislativo di riordino della materia ambientale, l’ormai nota Legge Delega. Un atto, quello promulgato definitivamente dal Capo dello Stato, che aveva suscitato proteste e polemiche, e che probabilmente potrebbe essere modificato durante la prossima legislatura.

Non si sono fatte attendere le reazioni delle principali associazioni ambientaliste. Il presidente nazionale di Legambiente Roberto Della Seta rilancia la necessità di rimettere mano al testo varato dal governo. «C’è una rivolta delle Regioni in atto – dice – che auspichiamo porti al ricorso alla Corte Costituzionale contro il provvedimento del Ministero dell’ambiente. Legambiente sicuramente appoggerà questa iniziativa, così come fin d’ora promette il massimo impegno affinché il prossimo esecutivo riscriva le norme più contestate».
«L’intervento autorevole del presidente della Repubblica Ciampi – fa notare Della Seta – ha sottolineato con forza le troppe incongruenze e i troppi limiti di una legge che, secondo noi, non solo non difende e valorizza l’ambiente, ma finisce addirittura col renderlo più vulnerabile. Il fatto che oggi sia arrivata la firma al decreto legislativo in campo ambientale non toglie nulla alla serietà e gravità di quel richiamo e di quella richiesta di chiarimenti che il Quirinale aveva indirizzato al governo pochi giorni fa».

Per il Wwf la giornata di oggi andrà ricordata come quella nella quale è nato un nuovo «ecomostro». «Non sono ancora finiti gli echi di soddisfazione – dice il presidente del Wwf Italia Fulco Pratesi – per l’abbattimento dell’ecomostro di Punta Perotti che già ne spunta un altro che sicuramente non sarà facile da demolire. Il Governo si è preso la responsabilità di creare un vero e proprio “ecomostro giuridico” imponendo di fatto l’emanazione da parte della Presidenza della Repubblica. Questo provvedimento è già nel mirino dell’Unione Europea e di quello delle Regioni, mai coinvolte nella stesura, che minacciano il ricorso alla Corte Costituzionale. La voce delle associazioni, delle Regioni, del mondo scientifico, accademico e perfino del settore delle imprese non è stata ascoltata. Da oggi ognuno si prenderà le proprie responsabilità mentre faremo il possibile per mitigare gli effetti disastrosi che essa produrrà sull’ambiente».
Il Wwf si rivolge già a «chi sarà chiamato a governare nei prossimi anni affinché faccia quanto in suo potere per sospendere gli effetti del provvedimento in attesa che si arrivi alla redazione di un testo responsabile e condiviso che tuteli seriamente la salute e l’ambiente».

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