[03/04/2008] Energia

Russia e Italia rafforzano la cooperazione su gas e nucleare

LIVORNO. Oggi il giornale Kommersant, una specie di Sole 24 Ore russo, dà grande rilievo alla notizia che «Il gruppo energetico italiano Eni è disposto a condurre, insieme al gigante russo Gazprom, la valorizzazione dei giacimenti di gas libici ed egiziani». Al termine di un incontro tra imprenditori italiani ed il presidente Vladimir Putin, l’ambasciatore italiano in Russia, Vittorio Claudio Surdo, ha confermato che il presidente dell´Eni, Paolo Scaroni, potrebbe essere disposto a cedere delle quote a Gazprom per permetterle di partecipare allo sfruttamento dei giacimenti nordafricani.

«Scaroni ha effettivamente esaminato questo tema con Alexei Miller (l’amministratore delegato di Gazprom, ndr) – ha detto l’ambasciatore ai giornalisti – e ne ha parlato durante il suo incontro con Putin. Potete ottenere conferma di questa notizia da Gazprom nelle prossime ore». Secondo Kommersant «Enel, un altro gruppo energetico italiano, vuole modernizzare e costruire nuove centrali nucleari in Europa dell’Est, in particolare in Slovenia».

E l’agenzia Ria-Nopvosti spiega che «Nel quadro di uno scambio attivo tra i gruppi energetici, la parte italiana sarebbe disposta a proporre alla Russia di acquisire azioni russe ed italiane dell’Enel. Fulvio Conti, direttore generale dell’Enel, aveva proposto a Gazprom nel febbraio 2008 di acquisire azioni per un valore di 250 milioni di dollari, riguardanti 5 centrali elettriche italiane. La presenza a Novo-Ogarevo, la residenza del Capo di Stato russo, di Sergei Kirienko, presidente di Rosatom, la holding russa dell’energia atomica, viene in appoggio a questa affermazione».

Le perplessità occidentali sulla qualità della democrazia e delle elezioni in Russia, le polemiche sull’allargamento della Nato, il Kosovo, la guerra in Cecenia, l’indipendentismo di Abcasia, e Ossezia del Sud sempre più appoggiato da Mosca, i brividi di guerra fredda per l’allargamento ad est della Nato, sono rimaste fuori dalle ovattate stanze di quella che sarà ancora per pochi giorni la residenza ufficiale di Putin.

Business is business e, nell’incontro con gli ammirati imprenditori italiani di gruppi come Eni, Enel, Finmeccanica, Unicredit, Indesit e Ferrero, Valdimir Putin ha preso in esame con soddisfazione del giro di affari record degli scambi tra Russia e Italia: «L´anno scorso – ha detto – gli scambi tra i nostri Paesi sono nettamente progrediti, e le loro cifre di affari hanno raggiunto il livello record di 36 miliardi di dollari. Questo record è dovuto non solo alla crescita delle esportazioni di idrocarburi russi, ma anche a quella delle esportazioni italiane che sono aumentate della metà. Gli accordi firmati nel settore energetico hanno costituito un vero e proprio progresso. I gruppi energetici russi e italiani hanno fatto un passo avanti efficace e mutualmente vantaggioso iniziando a scambiare delle azioni. Il progetto del gasdotto South Stream apre nuove prospettive di cooperazione e punta a rafforzare la sicurezza energetica europea. Quando parlo di energia, parlo non solamente di idrocarburi, ma anche di elettricità I miliardi investiti nell’energia russa, sono un contributo serio all’estensione dei contratti tra la Russia e l´Italia, tra la Russia e i suoi partner europei in generale».

Il responsabile delle attività economiche estere di Gazprom, Stanislav Tsygankov, aveva già detto tempo fa che «Nel procedere ad uno scambio di azioni con i nostri partner italiani, siamo interessati essenzialmente alle centrali elettriche del Paese: quelle situate nel sud, nord e contro Italia. L’acquisizione di unità di generazione di elettricità costituisce uno dei principali obiettivi di Gazprom. Nello stesso tempo, Gazprom non dimentica che Eni possiede anche azione nella produzione di idrocarburi. Questo ha ugualmente la nostra attenzione. In partenza, la lista delle azioni era molto lunga, in seguito si è un po’ ristretta. Abbiamo valutato tutte le offerte fatte dagli italiani e abbiamo deciso di mettere l’accento sull’energia elettrica».
Il consorzio italiano EniNeftegaz (che comprende Enel e Eni) detiene il 20% delle azioni di Gazprom Neft, filiale di Gazprom specializzato nella produzione del petrolio. La holding russa possiede un’opzione di acquisto di questa parte.

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