[02/04/2008] Energia

Il petrolio non è infinito, e la Norvegia punta sulle biomasse forestali

LIVORNO. Entro il 2020 la Norvegia raddoppierà la sua produzione di bioenergie utilizzando il più antico dei combustibili: il legname delle sua vaste foreste che coprono il 38% del Paese, e conta così di diventare un grande esportatore di energie rinnovabili, aggiungendole al suo paniere energetico già ben fornito di gas e petrolio.

La valorizzazione energetica delle biomasse forestali servirà sia a produrre elettricità che calore.

«Questa alchimia è al suo livello migliore. Vogliamo essere un considerevole esportatore di energia rinnovabile» ha detto durante una conferenza stampa il ministro norvegese del petrolio e dell’energia Aaslaug Haga, illustrando il nuovo slogan “l’oro verde” che la Norvegia utilizzerà per sfruttare energeticamente le sue foreste di conifere, che ha anche l’obiettivo di rispettare gli obiettivi di riduzione di gas serra che si è dato il regno scandinavo.

Così la Norvegia, il quinto esportatore mondiale di petrolio, aumenterà del 100% la sua produzione di bioenergie derivate dal legno, da altri materiali industriali e dai rifiuti agricoli, per raggiungere un totale di bioenergie valutabile in 28 terawatt ora (TWh) all’anno.

L’aumento di 14 TWh equivale al consumo totale di energia della capitale norvegese Oslo, cioè circa al 10% della produzione annua nazionale di energia.

Il governo laburista norvegese, oltre a raddoppiare la produzione di bioenergia, vuole anche incrementare la realizzazione di piccole centrali idroelettriche e di campi eolici.

La Norvegia non permetterà però che lo sfruttamento delle risorse forestali avvenga a scapito delle terre coltivabili che sono solo il 3% delle sue fredde terre montane.

«Le foreste sono di gran lunga il più grande potenziale del Paese senza dover impattare sulla produzione agricola – ha spiegato il ministro dell’agricoltura Terje Riis-Johansen – Per esempio, e famiglie e le imprese devono essere incitate a bruciare più legname per riscaldarsi, evitando così di servirsi del petrolio o dell’elettricità per i riscaldamento. Questo progetto potrà creare centinaia di posti di lavoro e potrà permettere di risparmiare tre milioni di tonnellate di emissioni di gas serra all’anno».

Questo anche se l’elettricità norvegese è già prodotta soprattutto da centrali idroelettriche.

Il governo norvegese aumenterà le sovvenzioni per le bioenergie, accelererà la ricerca e imporrà altre misure come il divieto di impianti di riscaldamento ad olio combustibile in tutti i nuovi edifici, a partire dal 2009.

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