[02/04/2008] Energia

Gabon, militari contro lavoratori del petrolio per difendere la Shell

LIVORNO. Il personale della Shell in Gabon è in sciopero dal 19 marzo e questo ha fatto perdere almeno 90 mila barili di greggio alla multinazionale anglo-olandese del petrolio, che è al secondo posto per estrazione di oro nero nel Paese africano, con 60 mila barili giornalieri.

Il governo di Libreville ha deciso di correre in aiuto alla Shell inviando ieri un distaccamento della gendarmerie nationale a presidiare il terminale petrolifero di Gamba, ad oltre 600 km a sud-ovest della capitale.

La richiesta dell’invio dei militari è stata fatta dalle autorità di Gamba e dalla Shell Gabon proprio alla vigilia dell’incontro tra l’inamovibile presidente Omar Bongo Ondimba e la direzione generale dell’impresa petrolifera.

Ma i lavoratori non mollano: «Il dispiegamento delle forze dell’ordine non cambia niente», ha detto il segretario generale dell’Organisation nationale des employés du pétrole (Onep), Patrick Wora

Il più lungo sciopero del settore petrolifero della storia del Gabon sta avendo forti ripercussioni sulle alter compagnie petrolifere presenti in Gabon, come Total, Perenco e Marathon che esportano 30 mila barili al giorno della loro produzione tramite il terminal petrolifero della Shell a Gamba.

Il mancato guadagno è stimato in molti miliardi di Franchi Cfa (la moneta dell’Africa occidentale ex francese) al giorno, e il corrotto governo del Gabon vede così sfumare entrate sempre più ghiotte per il rialzo del prezzo del greggio.

«I negoziati proseguono e dunque il movimento rimane in piedi – dice Wora – La produzione è completamente ferma nei principali campi petroliferi della Shell, ad iniziare da Rabi e Toucan. La fine dello sciopero è condizionata dalla soddisfazione delle richieste poste dal sindacato, in particolare l’uscita di scena dell’attuale presidente direttore generale della società, l’olandese Hans Bakker, e di alcuni dei suoi collaboratori più vicini accusati di mantenere un clima di lavoro malsano nella società. Una volta soddisfatta questa richiesta, l’Onep potrà ordinare la ripresa del lavoro, proseguendo i negoziati sui 6 principali punti contenuti nel sua agenda rivendicativa».

Il sindacato gabonese chiede che il governo applichi una norma del 2007 che definisce le condizioni di lavoro e di salari nei siti petroliferi e reclama soprattutto che la città di Gamba venga classificata come sito petrolifero per permettere ai lavoratori di beneficiare di diversi vantaggi, tra i quali le ore di straordinario.

Il sindacato esige anche che la Shell non pratichi più la “chasse aux sorcières”, che mette in pre-licenziamento tutti i lavoratori dichiarati ufficialmente malati e rivendica premi di produzione e di congedi non pagati nel 2006 e 2007.

Prima dell’arrivo dei militari Bakker aveva respinto le accuse contro di lui e convocato una conferenza stampa a Libreville, dicendo che «la situazione è molto grave per tutti i partners, i lavoratori, i prestatori di servizi ed anche per lo Stato. La produzione è completamente ferma. Tutto il personale non scioperante è stato evacuato dai siti di produzione per ragioni di sicurezza. Mi rincresce che non esista una definizione esatta del servizio minimo nel settore industriale del Gabon».

Secondo il direttore tecnico di Shell Gabon, François Ntombo Tsibah, «L’arresto totale della produzione continuerà a pesare sui risultati dell’impresa per molti giorni dopo la ripresa del lavoro. Il livello di produzione non potrà essere lo stesso al momento del riavvio. Occorrerà del tempo prima che i campi petroliferi ritrovino il dinamismo necessario».

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