[01/04/2008] Comunicati

Legge sui servizi pubblici, dopo il sì della giunta la partita si gioca ora in consiglio

FIRENZE. Ieri c’è stato il via libera della giunta alla proposta di legge sui servizi pubblici locali. Secondo il governo della Regione d’ora in poi sarà possibile agire in un contesto chiaro e in una cornice di programmazione definita in cui operare. Le nuove norme riguardano la regolazione e gestione del servizio idrico e dei rifiuti urbani, il trasporto pubblico locale e, solo per l’azione di monitoraggio dell’autorità regionale, anche la distribuzione del gas e l’energia. Qualità, efficienza, partecipazione degli utenti, tutela dei loro diritti, tariffe più eque ed omogenee e maggioranza pubblica nel settore idrico. Aziende più grandi e forti, capaci di stare meglio sul mercato, e con nuovi investimenti, anche pubblici. Questi gli obiettivi e i punti principali della legge.

Beh a leggerla così sembra il migliore dei mondi possibili, eppure qualcosa forse non quadra se tre assessori della giunta che fanno riferimento alla Sinistra arcobaleno non hanno votato il provvedimento (soprattutto non convince l’Ato unico per l’acqua con un unico gestore). La partita, che ha destato numerose polemiche nei mesi scorsi, è ancora aperta e si sposta in Consiglio: ad oggi non ci sono i numeri per approvare il provvedimento. Tra le novità più interessanti della nuova legge vi è senza dubbio l’autorità super partes, indipendente, a cui spetterà tenere sotto controllo i servizi e le tariffe: tre saggi eletti dal Consiglio regionale, che dopo il mandato di sei anni non potranno essere ricandidati.

L’autorità regionale sarà affiancata da una consulta di 18 membri rappresentanti di sindacati, associazioni, consumatori e cittadini utenti, anche loro nominati dal Consiglio regionale e in carica per sei anni. La consulta avrà esclusivamente funzioni di indirizzo e nessun costo. Per quanto riguarda l’autorità rimane però ancora da chiarire quale ruolo potrà giocare fino in fondo (ad esempio potrà imporre sanzioni ai gestori e perché no alle autorità di ambito?). La riduzione degli Ato nel servizio idrico integrato (per i rifiuti c’era già stato la riduzione per legge da 10 a tre) rimane il passaggio più discusso e controverso (anche le province e associazioni ambientaliste si erano dichiarate contrarie) « serviva un vestito diverso per un ragazzo che nel tempo è cresciuto», spiegano il presidente della Toscana Martini e l’assessore alle riforme Fragai. Si passerà da sei Ato ad uno (con un Cda al massimo di sette componenti ed un’assemblea, senza gettoni di presenza, di 30 consiglieri).

Per garantire la partecipazione attiva dei comuni e dei territori rimangono, all’interno dell’unico Ato regionale, le sei conferenze dei sindaci, i cui membri non percepiranno anche loro alcuna indennità. Sempre per l’acqua, viene ribadito l’obbligo di maggioranza pubblica azionaria nelle società miste di gestione del servizio idrico integrato. Secondo i contrari, con questo provvedimento si perde ogni tipo di relazione con i criteri ambientali di suddivisione degli Ato: si doveva tener conto dei bacini idrografici. Inoltre non si è tenuto conto di scelte già effettuate in alcuni territori (nell’Ato 1 di Massa si è optato per la gestione in house) e i comuni specialmente i piccoli, già oggi poco influenti, conteranno sempre meno. Nella società di gestione poi il privato monopolista,a quel punto, (magari al 49%) detterà le regole all’interno dell’azienda e forse anche oltre. Queste le principali obiezioni e lo scenario appare possibile. Altre importanti novità della legge riguardano le gare per appaltare il servizio.

La Regione indica come via maestra l´offerta economica più vantaggiosa: nel decidere il vincitore di un appalto non dovrà dunque essere considerato più solo il prezzo ma anche la qualità. Per l’individuazione del socio privato in società miste le eventuali gare indette per tutti i servizi (ad eccezione dell’acqua) dovranno riguardare una quota di azionariato non inferiore al 40% e non superiore all’80. Interessanti poi le proposte per gli utenti/cittadini virtuosi: la legge propone di favorire tutte le possibili forme di associazione e cooperazione. Ad esempio i condomini di un palazzo che si uniscono per raccogliere le acque piovane, cittadini che si uniscono per produrre assieme energia rinnovabile, cittadini che mettono insieme per potenziare la raccolta differenziata. Sgravi, incentivi, sostegno alle associazioni saranno poi stabiliti dal regolamento. Altri provvedimenti riguarderanno le tariffe che saranno più omogenee (ad oggi nei sei Ato dell’acqua sono applicate almeno dodici tariffe diverse) e con forme di agevolazione per le famiglie numerose. Infine la Regione punta anche a potenziare il suo ruolo in merito alle funzioni di indirizzo: per esempio attraverso la creazione di un fondo unico regionale per le grandi opere, come quelle che riguardano acqua o rifiuti, dal depuratore all´impianto di smaltimento, che possano servire per affrontare o prevenire particolari situazioni di emergenza o per tenere basse e sotto controllo le tariffe.

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