[31/03/2008] Energia

Legambiente: no alla centrale a biomasse di Casalappi e alle serre fisse

PIOMBINO. Una ditta piemontese vorrebbe realizzare una grande centrale elettrica, alimentata con olio vegetale proveniente da lontano, nella piana di Casalappi, in una delle zone agricole più pregiate della Val di Cornia. Essa rappresenterebbe un altro grave danno per l’ambiente, dopo quello di aver permesso una analoga centrale a Montegemoli.

Bene hanno fatto, quindi, i sindaci di Suvereto e di Campiglia e la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) a manifestare la propria contrarietà al progetto e speriamo che la loro posizione trovi ascolto nella Provincia e negli altri soggetti della conferenza dei servizi che dovrà pronunciarsi in merito.

Ma da quanto si legge sulla stampa c’è un secondo aspetto, collegato al progetto della centrale a biomasse, che sconcerta: la centrale servirebbe in primo luogo ad alimentare quasi 10 ettari di serre per la produzione di fiori; serre che il Comune di Campiglia avrebbe già autorizzato. Quasi 10 ettari di serre a fiori, cioè permanenti come quelle di Pescia e della Valdinievole, un progetto a forte impatto ambientale (per il paesaggio, per le risorse idriche, per le infrastrutture…) da collocare in una delle aree più produttive per la nostra orticoltura e più belle per quanto concerne il paesaggio della pianura, come dimostra la foto di copertina del libro di Nadio Stronchi appena uscito sulle Fattorie della Val di Cornia. L’area di Casalpiano e di Casalappi è pregiata dal punto di vista agricolo e paesaggistico, è il centro della vallata del Cornia, visibile da tutte le colline circostanti. Cosa c’entrano i fiori con l’agricoltura della Val di Cornia? Se fosse vero che il Comune di Campiglia ha già autorizzato la cosa, senza far sapere niente a nessuno, ciò rappresenterebbe una ferita per il paesaggio e un’offesa alla programmazione dell’agricoltura, che dovrebbe privilegiare i settori e le vocazioni locali, piuttosto che affidarsi agli interessi e al business di imprese che niente hanno a che vedere con i caratteri della nostra agricoltura.

Inoltre, se i due progetti sono collegati tanto da essere interdipendenti, perché se ne è autorizzato uno? Forse non si sapeva che le serre che producono fiori hanno bisogno di notevoli quantità di calore? E serre di queste dimensioni, come era ipotizzato che venissero riscaldate? C’è stata una valutazione complessiva dei fabbisogni energetici ed idrici?

Chiediamo quindi ai Comuni, al Circondario e alla Provincia di bloccare la prevista costruzione di serre fisse e il progetto di centrale a biomasse liquide, progetti astrusi, impattanti per l’ambiente e dannosi per il territorio. Non vorremmo che finisse come per altri progetti la cui decisione si è fatto finta l’abbiano presa i tecnici in una conferenza dei servizi, prima di una decisione politica.

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