[28/03/2008] Energia

Il soprintendente Grifoni: «Il fotovoltaico attuale è troppo impattante per Firenze»

FIRENZE. Abbiamo rivolto alcune domande alla soprintendente per i beni architettonici e il paesaggio delle province di Firenze, Prato e Pistoia, Paola Grifoni, in occasione dell’incontro pubblico tra Soprintendenza e Comune sulla questione fotovoltaico a Firenze. Nei giorni scorsi, come già Greenreport ha riferito, alcune posizioni assunte dalla Soprintendenza erano apparse sprezzanti nei confronti della necessità di un ruolo che Firenze poteva e può avere nello sviluppo delle energie rinnovabili.

Davanti all’ingente quantità di strutture metalliche riflettenti presenti sui tetti di Firenze non si capisce perchè la priorità sia imporre uno stop ai pannelli fotovoltaici (pure, ovviamente, strutture metalliche – o affini - e riflettenti, ma i cui scopi e utilizzi sono ben diversi rispetto al box di un condizionatore o ad una parabola satellitare). Durante il convegno, il soprintendente ha dichiarato che «l’inserimento dei pannelli, una volta trovate le tecnologie per renderli meno impattanti, può essere l’occasione per una bonifica dei tetti di Firenze e di altre realtà analoghe». E´ il minimo, altrimenti la coesistenza di una rigidità davanti a strutture di intercettazione energetica (ormai necessarie) e di un lassismo (sia pure determinato anche dall’inefficienza del sistema dei vincoli) davanti all’installazione di strutture di consumo determineranno una perdita di credibilità delle misure di tutela adottate dall’Ente statale.

Soprintendente Grifoni, quali sono le priorità per Firenze?
«Al convegno abbiamo parlato di fotovoltaico e di tutela. Ma la questione principale è come rendere in generale più vivibile la città: non tornare al passato, ma conciliare qualità della vita e qualità della tutela, che possono (e devono) essere compatibili e integrate».

Qual è la posizione della Soprintendenza riguardo all’uso dei pannelli al silicio amorfo? E riguardo ai pannelli integrati (cioè quelli che sostituiscono i materiali da costruzione) e quelli parzialmente integrati?
«I pannelli al silicio amorfo (che hanno un’efficienza massima del 10% nei modelli commercializzati, a fronte del 20% per i pannelli al silicio monocristallino e del 17% per il policristallino - ndA) vanno studiati insieme, e vanno stimolati i produttori per migliorarne la tecnologia. Voglio fare un paragone con gli impianti per l’illuminazione dei monumenti: nonostante ci siano molti modi per nascondere le fonti di luce, si tende sempre a considerare “arredo” l’elemento illuminativo, che invece va nascosto. Lo stesso discorso vale per gli impianti fotovoltaici. Come Soprintendenza speriamo in un rapido sviluppo di tecnologie migliori, in particolare chiediamo che la ricerca sul fotovoltaico si orienti anche nella direzione della tutela, e non solo in quella dell’efficienza. Il nostro ruolo è quello».

Davanti ad uno sviluppo della ricerca che portasse il silicio amorfo a livelli di efficienza accettabili, i pannelli rossastri avrebbero spazio sui tetti del centro di Firenze?
«Ovviamente a quel punto il problema non si porrebbe: guardo con interesse anche a esperienze come la fabbrica della Schueco in Germania, di cui si è parlato durante il convegno (un impianto di produzione di pannelli fotovoltaici quasi interamente costruito con pannelli integrati, ndA), ma per il centro di Firenze e per realtà analoghe si pongono problematiche ben più complesse».

L’obiettivo dell’Unione europea è il famoso “20-20-20”, da raggiungere entro il 2020. Lei come immagina Firenze nel 2020? E come immagina il suo futuro sistema energetico?
«Dei compromessi andranno raggiunti, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni, non solo della Soprintendenza e del Comune. Energia e tutela non sempre sono in conflitto: l’energia può anche essere fattore di riqualificazione, e di sicuro ciò deve avvenire in realtà come Firenze».

L’assessore Biagi, riguardo ad alcune sue dichiarazioni rilasciate durante il convegno riguardo alla competenza sulla tutela («è lo Stato che deve dare gli indirizzi sulla tutela, e questo le amministrazioni locali spesso se lo scordano: in questi casi l’ultima parola spetta alla soprintendenza»), ha obiettato che «la competenza sul paesaggio è condivisa con gli enti locali, non è prerogativa esclusiva dello Stato».
«Tra gli anni ’70 e l’approvazione della legge Galasso (1985), quando la competenza non era più dello Stato, ci sono stati veri e propri disastri sul territorio italiano. Col decreto Galasso lo Stato ha ripreso in mano la tutela. Il codice dei beni culturali del 2004 (Dlgs 42/2004) ha dato un parziale ruolo alle regioni: ma la norma è ambigua, in molti punti si parla della possibilità di un parere della Regione, non di una sua obbligatorietà. Questo ha provocato notevoli disagi. Comunque io credo che la competenza debba restare allo Stato: l’ente statale è meno pressato politicamente rispetto agli enti locali, ha più margini di manovra e può intraprendere politiche di prospettiva più ampia rispetto agli enti locali».

Per concludere: la bellezza di Firenze va tutelata. E’ un nostro dovere verso il passato, ed un nostro dovere verso il futuro. I pannelli fotovoltaici attuali hanno un impatto e l’efficienza delle alternative è ancora limitata. Ma veramente occorre capire quali siano le priorità: è in questi tempi (e in queste elezioni politiche, probabilmente) che stiamo decidendo quale strada verrà presa nella direzione dell’uscita dalla dipendenza dai combustibili fossili: l’eolico pone problemi di integrità dei corridoi ecologici, il solare consuma territorio o ha impatti paesaggistici, e la Soprintendenza (cioè lo Stato) deve vigilare su ogni storpiatura del territorio, sia essa di carattere paesaggistico, o architettonico in senso stretto. Ma se davanti a noi c’è l’ancora incerta strada delle rinnovabili, dietro l’angolo c’è il nucleare.

E, sia pure in via paradossale, vogliamo domandarci quale sarebbe il parere della Soprintendenza sull’impatto paesaggistico derivante dalla costruzione di una centrale nucleare a Firenze. Peraltro è pure, essa, struttura metallica e riflettente.

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