[03/04/2006] Energia

Edo Ronchi sui rigassificatori: «Evitiamo le concentrazioni, ma facciamoli»

LIVORNO. Edo Ronchi, ministro dell’ambiente nei governi Prodi e D’Alema è l’attuale presidente dell’Issi (Istituto sviluppo sostenibile Italia), e membro della segreteria nazionale dei Ds. Al padre del decreto che porta il suo nome in materia di rifiuti, chiediamo una valutazione sul ricorso ai rigassificatori per sanare il deficit energetico italiano.

«I rigassificatori sono molto importanti per diversificare l’approvvigionamento dell’energia, quindi non solo gas attraverso i gasdotti, ma anche via mare per mezzo di navi gasiere. Puntare sui rigassificatori ha come effetto immediato la riduzione del controllo semimonopolistico dell’energia, una maggiore sicurezza rispetto al petrolio, e conseguenze positive sui prezzi, sia per le imprese che per i cittadini. In poche parole: vanno fatti, ed è molto significativo che in questa legislatura il governo non abbia posto la necessaria attenzione al problema energetico, con neppure un rigassificatore realizzato in 5 anni».

Anche il programma dell’Unione cita i rigassificatori.
«Sì, ma nel programma c’è anche scritto chiaramente che serve un’intesa forte tra Stato e Regione su scelte di politica energetica, quindi anche sui rigassificatori, che rappresentano probabilmente una delle soluzioni migliori al problema».

Tra i progetti di rigassificatori ce ne sono ben due in provincia di Livorno, a distanza di appena una trentina di chilometri. Non le pare strano?
«Ripeto, la localizzazione va concordata con le regioni dopo un’accurata Valutazione di impatto ambientale e con l’attiva partecipazione degli enti locali. In linea di massima è vero che risulta piuttosto strano avere due rigassificatori a 30 chilometri l’uno dall’altro. Non conosco nel dettaglio i due progetti, ma è evidente che serve una programmazione nazionale che eviti eccessive concentrazioni, come appunto quella che potrebbe verificarsi in a Livorno. Serve infatti un’accurata ed equa ripartizione dei rigassificatori sulle coste e per questo ritengo che degli 11 proposti alla fine se ne debbano realizzare al massimo 5 o 6, cercando di coprire tutto il territorio nazionale».

I rigassificatori sono abbastanza sicuri?
«Diciamo che i casi di incidenti rilevanti risultano molto pochi e di gran lunga inferiori a quelli che avvengono con i serbatoi di petrolio, perché il gas tende ad andare verso l’alto e quindi crea minori danni. Se quindi il fattore del rischio di incidente c’è, pur essendo molto basso, bisogna ricordare anche che in termini di impatto ambientale quello del rigassificatore è praticamente nullo».

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