[27/03/2008] Consumo

La Romania mette al bando la coltivazione di mais transgenico

LIVORNO. Il governo rumeno ha bandito la coltivazione di mais transgenico dal Paese. L’annuncio è stato fatto dal ministro per l’Ambiente rumeno, Attila Korodi. Ad essere bandito è il mais Ogm della Monsanto (MON810) di cui la Romania è il maggior produttore europeo per estensione (circa 3 milioni di ettari coltivati annualmente). La Romania è il settimo paese in Europa a vietare la coltivazione di mais transgenico, unendosi a Francia, Ungheria, Grecia, Austria, Polonia e Italia.

Soddisfatta Greenpeace che chiede alla Commissione Europea di mettere al bando il mais Ogm. «Il procedimento – spiega l’associazione ambientalista - è particolarmente significativo dato che il mais è il solo Ogm autorizzato per la coltivazione a livello commerciale in Europa». «Il bando rumeno agli Ogm rappresenta un cambiamento radicale. Un ulteriore segnale di criticità verso questa rischiosa tecnologia, che non sarà tollerata. - afferma Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace – E’ necessario ora che la Commissione europea protegga tutti gli agricoltori e i consumatori, approvando un nuovo bando a livello europeo contro la coltivazione di Ogm».

«Le preoccupazioni sulla sicurezza di queste coltivazioni – prosegue Greenpeace - hanno spinto i governi ad agire. Ricerche scientifiche dimostrano che il mais MON810 e’ dannoso per l’ambiente. La tossina che contiene (che dovrebbe uccidere un parassita del mais), si insinua nel suolo, danneggiando animali importanti per mantenere in buono stato la salute del suolo stesso. Permangono, inoltre, dubbi sulla sicurezza degli Ogm per la salute animale e umana, come evidenziato dal caso di un altro mais della Monsanto, il MON863, che ha causato segni di tossicitá in fegato e reni delle cavie su cui è stato testato. La contaminazione delle colture tradizionali causata dagli Ogm – conclude - è un problema serio. Solo nel 2007 sono avvenuti 39 nuovi casi di contaminazione in 23 paesi. Eppure non esistono standard internazionali che impongano alle aziende biotech di rispondere per i danni e le perdite finanziarie causate con i loro Ogm».

Greenpeace fa bene ad appellarsi all’Ue, ma visti i comportamenti contraddittori tenuti proprio dall’Unione Europea non c’è grande speranza che si arrivi ad una linea comune e precisa. Ricordiamo che l’Ue ha già autorizzato la colza transgenica, ha portato a 0.9 la soglia di contaminazione accidentale da ogm nel biologicoe e a breve si pronuncerà sulla famosa patata della Basf.

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