[27/03/2008] Energia

Fotovoltaico, l´assessore Biagi: «La competenza sul paesaggio è condivisa con gli enti locali»

FIRENZE. La tavola rotonda “Fotovoltaico e tutela”, tenutasi martedì scorso a Firenze, ha ospitato il primo incontro pubblico tra Comune e Soprintendenza, dopo che le dichiarazioni dell’architetto della soprintendenza Vincenzo Vaccaro dei giorni scorsi («Se il Comune non vuole recepire le nostre esigenze di tutela ne prenderemo atto, ma anche se il bello non interessa più a nessuno la tutela ambientale e architettonica però resta di nostra competenza»; «si prevedano piuttosto finanziamenti per misure di coibentazione per gli edifici, non per produrre di più ma per consumare di meno. Altroché pannelli») avevano sollevato notevoli polemiche, dando l’impressione che la Soprintendenza non cogliesse minimamente l’ampiezza del problema energetico.

È chiaro che è compito precipuo della Soprintendenza porre limiti all’installazione di qualsiasi struttura sugli edifici tutelati, siano esse strutture con fine costruttivo (intercettazione dell’energia) o di impronta consumistica (es. condizionatori). E la cosa è stata ricordata, durante l’incontro, dalla stessa Soprintendente Paola Grifoni: «è lo Stato che deve dare gli indirizzi sulla tutela, e questo le amministrazioni locali spesso se lo scordano: in questi casi l’ultima parola spetta alla soprintendenza».

Ma la condizione di Firenze è precaria, da questo punto di vista: il centro storico, pure patrimonio dell’Unesco dal 1982, non gode di tutela architettonica-paesaggistica nella sua totalità, a differenza di altre zone di Firenze come ad esempio la fascia ottocentesca al di fuori dei viali di circonvallazione: nel centro storico la tutela si estende solo ai singoli edifici. Ciò ha causato il proliferare di antenne, condizionatori, serbatoi per l’acqua, sui tetti della città, anche nel centro storico. E davanti a ciò appare forzata la pretesa di tutelare il paesaggio di Firenze e l’integrità del suo centro storico vietando l’installazione di pannelli fotovoltaici, cosa che invece il nuovo regolamento edilizio comunale, in via di approvazione, vuole rendere più agevole per la cittadinanza.

Abbiamo chiesto all’ Assessore all’urbanistica del comune, Gianni Biagi (nella foto), come il Comune intenda affrontare questo conflitto tra energia e paesaggio, tematica che ha grande importanza non solo per Firenze, ma per tutte le città dove il patrimonio architettonico costituisca elemento di qualità e di attrattiva turistica.

Assessore Biagi, quali sono le priorità per Firenze?
«La cosa più importante adesso è che il Consiglio comunale approvi la modifica che impone la classe A di efficienza energetica (consumi annuali inferiori a 30 kwh/mq) in tutti gli edifici di nuova costruzione. Ciò anche per spingere verso un´effettiva facoltà di tutti gli edifici, non solo quelli nuovi, di non consumare energia inutilmente. Sul fotovoltaico comunque il soprintendente è stato inesatto: la competenza sul paesaggio è condivisa con gli enti locali, non è prerogativa esclusiva dello Stato. Comunque il problema del forte impatto che hanno attualmente i pannelli è reale, quindi è importante stimolare il mercato a produrre, nel tempo più breve possibile, oggetti tecnologici che siano coerenti con gli obiettivi proposti. A quel punto, ci aspettiamo che gli enti di tutela dicano i loro no, ma ci aspettiamo anche dei sì. Penso anche ai pannelli al silicio amorfo di cui si è parlato durante la tavola rotonda».

Pannelli che hanno una efficienza piuttosto bassa, allo stato attuale della tecnologia. Esistono altre soluzioni che permettano di migliorare l’impatto paesaggistico delle strutture di captazione dell’energia solare?
«Stiamo sperimentando. Per esempio, al convento delle Leopoldine in piazza Tasso sono in via di sperimentazione dei pannelli integrati con i coppi del tetto, il cui impatto è molto limitato. E naturalmente non c’è solo il fotovoltaico: sempre alle Leopoldine è in via di attuazione un sistema di recupero con pompa di calore delle acque sotterranee, che avendo temperature piuttosto alte riducono la necessità di riscaldamento attivo. Sono sperimentazioni attualmente in attesa di risposta: ma non si può continuare a dire “non facciamo perchè non sappiamo come fare”: l’obiettivo è un “modello Firenze”, a cui le altre città si possano ispirare».

L’obiettivo dell’ Unione europea è il famoso “20-20-20”, da raggiungere entro il 2020. Lei come immagina Firenze nel 2020? E come immagina il suo futuro sistema energetico?
«Prima di tutto immagino Firenze in tram. Con la metà delle automobili di oggi. Aggiungo che attualmente stiamo studiando insieme al Massachusets institute of technology - Mit di Boston - nuove forme di mobilità futura. Immagino Firenze con un’aria più pulita, e naturalmente con i suoi pannelli fotovoltaici. Riguardo al centro storico, sono certo che all’epoca saranno state sviluppate nuove tecnologie per i pannelli, tecnologie che consentiranno di ridurne l’impatto, e che oggi stiamo sperimentando: ecco, io spero di sperimentarle a Firenze».

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