[26/03/2008] Comunicati

L’influenza aviaria? Colpa delle anatre che mangiano il riso

ROMA. Secondo lo studio “Mappatura dell’influenza aviaria altamente patogena H5N1 nel Sud-est asiatico: le anatre, il riso e gli esseri umani”, pubblicato sull’ultimo numero di Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States (Pnas), «sono le anatre, gli esseri umani ed i campi di riso - piuttosto che i polli - i principali fattori dietro i focolai di influenza aviaria altamente patogena H5N1 verificatisi in Tailandia e in Vietnam, e probabilmente sono responsabili anche della loro persistenza in altri paesi limitrofi come Cambogia e Laos».

I ricercatori della Fao, coordinati dal veterinario Jan Slingenbergh, hanno applicato un sistema di modellizzazione per stabilire come i vari fattori abbiano contribuito alla diffusione del virus, tenendo conto del numero di anatre, oche e polli, le dimensioni della popolazione umana coinvolta, le coltivazioni di riso e la geografia locale. Come principali cause si sono evidenziate il numero delle anatre e degli esseri umani, e l’intensità delle coltivazioni di riso, e questo indipendentemente dai diversi modi con i quali i due paesi hanno combattuto i focolai.

La diffusione dell’influenza aviaria dipenderebbe addirittura dal modo in cui si nutrono le anatre e dall’intensità di coltivazione del riso. «Le anatre infatti si cibano prevalentemente di chicchi di riso avanzati nelle risaie, e quelle ruspanti in entrambi i paesi si spostano seguendo i raccolti di riso – dicono i ricercatori - In Tailandia, per esempio, si è notato che la proporzione di giovani anatre negli stormi aumentano nei mesi di settembre-ottobre, perché traggono beneficio dall’apice del raccolto di riso, che avviene nei mesi di novembre-dicembre. Le anatre vengono poi macellate in concomitanza con il Capodanno Cinese, un periodo in cui il volume delle vendite cresce notevolmente. Questi picchi di concentrazione di anatre sono periodi durante i quali c’è un aumento delle possibilità di rilascio e di esposizione al virus, e le risaie spesso divengono habitat temporanei per molte specie di volatili selvatici».

Il modello è stato definito con le mappe satellitari dei campi di riso nel corso delle stagioni produttive e degli spostamenti seguiti dagli stormi di anatre per nutrirsi. Secondo Slingenbergh, «ora conosciamo molto meglio dove e quando aspettarci una recrudescenza del virus H5N1 e questo ci aiuta ad organizzare la prevenzione ed il controllo. Inoltre la persistenza del virus circoscritta alle aree caratterizzate dalla coltivazione di riso e dalla presenza delle anatre rende più semplice prevederne l’evoluzione». Per la Fao circa il 90% del miliardo e 44 milioni di anatre domestiche del mondo si trovano in Asia, in Cina e Vietnam ce ne sono 775 milioni (il 75%) in Tailandia circa 11 milioni.

E proprio in Tailandia nel 2005 si è fermato il ciclo di trasmissione del virus H5N1 e ci sono stati solo focolai sporadici, questo con tutta probabilità perché c’è stato un calo negli spostamenti delle anatre su grandi distanze visto che gli allevatori e i commercianti dovevano fornire un certificato sanitario per gli animali e dopo che il governo ha iniziato a sostenere l’allevamento delle anatre al chiuso, dando finanziamenti per il mangime e per la costruzione di recinti.
Nel 2005 in Vietnam è partita una campagna di vaccinazione tutto il pollame, anche nel delta del Mekong, dove vivono circa 50 milioni di anatre. Inizialmente i casi di infezione umana sono scomparsi e la percentuale nel pollame è calata notevolmente. Solo gradualmente il virus è riapparso, per lo più tra le anatre non vaccinate e in particolare nel delta del Mekong. «Ora – dice Slingenbergh - sono indispensabili interventi basati sulla conoscenza delle zone più critiche e sui calendari riso-anatre, per riuscire a tenere sotto controllo la malattia e sostituire le vaccinazioni di massa indiscriminate».

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