[25/03/2008] Acqua

L’acqua a prezzo fisso non funziona in Zambia

LIVORNO. Secondo quanto ha detto allo Zambia Daily Mail Simon Mwale, direttore delle relazioni pubbliche della Lusaka Water and Sewerage Company (Lwsc), un’azienda che si occupa del trattamento delle acque di Lusaka, la capitale della Zambia, «almeno il 50% dell’acqua è sprecata da consumatori di Lusaka. L’offerta e la perdita di acqua registrate sono pari».

Lwsc ha adottato diversi mediti per limitare lo spreco: audit, introduzione di contatori e controlli sulle perdite. «La compagnia idrica ha avviato un programma per distribuire, entro il 2008, carte di lettura a tutti i clienti le cui abitazioni sono dotate di contatori», ha detto Mwale, secondo il quale lo spreco d’acqua è il risultato della tariffa fissa, istituita in seguito al danneggiamento di gran parte dei contatori di Lusaka.

La Lwsc chiede anche ai sui “clienti” di riparare le condotte sabotate o danneggiate (spesso per allacci abusivi) per evitare perdite d’acqua, segnalando alla compagnia le perdite all’esterno delle abitazioni.

In Zambia l’acqua è una risorsa preziosissima, tanto che appare stilizzata nel suo stemma e che il Paese prende il nome dal fiume Zambesi, le siccità devastanti sono sempre più ricorrenti ed hanno colpito pesantemente la produzione agricola provocando persistenti carestie che hanno portato all’intervento delle agenzie dell’Onu per fornire cisterne e trivellare più di 100 pozzi in 38 distretti del Paese.

La stessa Banca mondiale era intervenuta per mettere in piedi, con un finanziamento gestito anche dalla Lwsc, per realizzare una migliore rete di distribuzione. Almeno nella capitale Lusaka questo non sembra funzionare, forse gli abitanti della capitale hanno equivocato sul principio di acqua come “bene comune” ed hanno provveduto a smantellare i fastidiosi contatori, il prezzo fisso, che prendeva atto del sabotaggio generalizzato e tendeva a fornire a tutti un servizio comunque, ha invece fatto innalzare lo spreco di una risorsa che è stata ritenuta evidentemente gratuita per la quota “eccedente”.

Quel che accade a Lusaka, pur nella sua eccezionalità, forse dovrebbe essere ben valutato con preoccupazione anche dal movimento per l’acqua mondiale e in particolare in casa nostra, perché mette in discussione come ed a quale prezzo “sostenibile” debba essere gestito un bene prezioso per tutti.

Torna all'archivio