[25/03/2008] Rifiuti

Il Giappone vorrebbe ridurre del 60% la sua produzione di rifiuti

LIVORNO. Secondo i dati della United nation statistic division pubblicati dal mensile Science, nel 2002 il Giappone da solo produceva tanti rifiuti quanto tutti i Paesi del Nord Africa messi insieme, circa il doppio di quelli dell’intera Africa Sud-orientale e centrale, quasi un quarto di quelli dell’Europa occidentale ed un quinto di quelli dell’America del nord. Dei 50 milioni di tonnellate di rifiuti solidi urbani che il Giappone produceva nel 2002 ne veniva riciclato solo un sesto.

Dati lontanissimi dalle virtuose isole Stato di Singapore e Hong Kong che hanno fatto di necessità virtù: ogni singaporese nel 2002 produceva 433 chilogrammi di raccolta differenziata all’anno (record mondiale) cioè il 43%, la quarta percentuale al mondo dopo Olanda (45,2%), la Corea del sud (44%), un altro Paese asiatico fortemente industrializzato e in concorrenza con il Giappone, e la Germania (41,7%). Al secondo posto per chilogrammi di raccolta procapite nel 2002 c’era Hong Kong con 280 chilogrammi, ma il territorio cinese a statuto speciale produce però così tanti rifiuti da apparire solo settimo per percentuali di raccolta differenziata (36,3%). Secondo l’Onu, nel 2002 nell’intero pianeta la percentuale di raccolta differenziata era di appena il 6,6% (Italia 27,3%, con 141 kg procapite) un dato realizzato soprattutto grazie ai Paesi sviluppati (Europa con 241 kg. procapite, America del nord e qualche piccolo Stato asiatico), 161 Paesi sui 200 analizzati dalla United nation statistic division avevano percentuali di riciclaggio dei rifiuti insignificanti o del tutto assenti, tanto che la bassa percentuale di raccolta differenziata del Giappone brilla nello sfacelo delle discariche e del riciclaggio abusivo dell’Asia.

Ora il Giappone ha deciso di cambiare radicalmente strada e, ancor più che alla raccolta differenziata ed al riciclo, entro il 2015 punta a ridurre drasticamente del 60% il suo volume di rifiuti in rapporto al 2000, affidando questo ambizioso obiettivo alla sensibilizzazione al risparmio energetico e di materia per combattere il riscaldamento climatico.

Il governo giapponese ha approvato oggi un piano rivolto all’opinione pubblica per incoraggiare i cittadini a non utilizzare prodotti non riciclabili, a ridurre del 20% i rifiuti domestici entro il 2015 e ad utilizzare il trasporto pubblico, mentre le imprese sono chiamate a sviluppare prodotti che richiedano un basso utilizzo di energia.

Secondo il piano, il totale dei rifiuti del Giappone dovrà essere ridotto a 23 milioni di tonnellate entro il 2015.

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