[21/03/2008] Energia

Nuova spy story russo-britannica: in palio petrolio Asia centrale

LIVORNO. Russi e britannici ci hanno abituato a spy story ricche di colpi di scena e perfino di polonio, ma quella che sta accadendo a Mosca in questi giorni sembra ribaltare gli scenari usuali, con il russo che cerca di rubare i segreti industriali all’occidentale. Gli agenti del Servizio federale di sicurezza (Fsb) russo hanno arrestato un impiegato della società Tnk-Bp management e il direttore del progetto del British Council che sono accusati di aver cercato di ottenere informazioni commerciali confidenziali. La Tnk-Bp è stata messa in piedi nel 2003 con la fusione delle società Tnk, Sidanco e Onaco e con la Bp, attiva in Russia ed Ucraina. Questo gigante petrolifero opera in campi petroliferi del Volga-Urali e nell’isola di Sakalin.

In un rapporto del Centro di comunicazione sociale dle Fsb si legge che «il 12 marzo 2008, la Direzione di inchiesta del Fsb a proceduto all’arresto di cittadini della Federazione della Russia e degli Stati Uniti - A.G. Zaslavski, direttore del progetto "il Club dei promossi” del British Council, e e suo fratello I.G. Zaslavski, impiegato per parte britannica della società Tnk-Bp Management – durante un tentativo di ottenere delle informazioni classificate segreto commerciale da parte di un impiegato di una impresa petro-gasiera russa».

Secondo i russi queste informazioni segrete avrebbero portato imprese straniere ad ottenere vantaggi di fronte ai loro concorrenti russi, in particolare nei mercati dei Paesi aderenti alla Comunità degli Stati indipendenti (Csi), che mette insieme quasi tutti i Paesi dell’ex Urss.

Un portavoce del British Council ha detto «Mister Zaslavski non fa parte del personale del British Council, è membro del “Club dei promossi” che comprende i russi che hanno fatto i loro studi in Gran Bretagna. I membri del Club dei promossi sono dei partners preziosi del British Council e noi siamo evidentemente preoccupati per questa informazione».

Il 19 marzo il Fsb ha perquisito le sedi russe di Tnk-Bp e la società Bp Trading Ltd, Secondo l’Fsb «queste perquisizioni hanno permesso di scoprire e ottenere prove reali confermanti il fatto di spionaggio industriale: delle copie di documenti ufficiali russi, dei rapporti e delle note che trattano dell’utilizzo del sottosuolo e, secondo stime preliminari, rilevanti segreti commerciali, così come le carte da visita di impiegati di amministrazioni militare straniere e della Cia».

Lo scandalo spionistico che coinvolge la Gran Bretagna sembra clamoroso, ma non è il primo: nel 2006, la Russia aveva beccato funzionari del governo mentre fornivano ad un rappresentate della Tnk-Bp fotocopie di documenti con informazioni energetiche classificate come segreto di Stato.

Sempre nel 2006 Il Fsb smascherava quattro agenti britannici che, sotto la copertura dell’ambasciata, effettuavano spionaggio elettronico, una storiaccia che coinvolse direttamente il Foreign Office e i diplomatici britannici in Russia.

Nel 2007 un ex agente del Kgb, Viatcheslav Jarko, si presentò all’Fsb per annunciare di essere stato reclutato dai servizi segreti britannici dell’MI-6 e svelò i nomi di 4 agenti inglesi, permettendo ai servizi russi di identificare 22 spie e 71 agenti dei servizi segreti stranieri.

A gennaio il ministro russo degli esteri ha fatto chiudere la sede regionale del British Council in Russia, innecando uno scontro diplomatico tra Londra e Mosca che nascondeva il rifiuto dei russi di estradare in Gran Bretagna Andrei Lugovoi, accusato dagli inglesi di aver assassinato l’ex spia dell’Fsb Alexandre Litvinenko.

La cosa però sembra aver preso una piega diversa, e più clamorosa, rispetto all’usuale grande gioco delle spie, secondo l’agenzia russa Ria-Novosti «Il Foreign Office è in contatto permanente con il gruppo petrolifero russo-britannico Tnk-Bp», e l’ambasciata del Regno Unito a Mosca segue da vicino l’evoluzione del caso di spionaggio petrolifero.

Dietro c’è lo spostamento del grande gioco asiatico verso l’ex Asia centrale sovietica, oggi frazionata in regimi autoritari indipendenti sempre più legati a Mosca ma pronti a vendersi al migliore offerente. E’ da questa area che passano e si avviano le rotte terrestri del petrolio verso l’Europa e domani verso Afghanistan, Pakistan, India e Cina, chi le controlla e si accaparra le risorse sarà in posizione di vantaggio, un podio e una serie di rubinetti del gas e del petrolio che la risorgente potenza russa non vuole lasciare a nessuno.

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