[20/03/2008] Comunicati

Centro di bioclimatologia di Firenze e Coldiretti: «La primavera arriva sempre prima»

FIRENZE. La Coldiretti oggi propone una elaborazione dei dati forniti dal Centro di bioclimatologia dell´università di Firenze che svelano tutte le anomalie di questa primavera: le prime rondini sono state avvistate In Toscana a partire dalla fine di gennaio; durante tutto il periodo invernale vi sono stati avvistamenti di pipistrelli, che quindi, diversamente dalla norma, non sono andati in letargo; gli orsi escono già dal letargo: è stata avvistata un mamma orsa che passeggiava con i suoi due cuccioli sulle piste da sci di Madonna di Campiglio; normalmente in questo periodo invernale gli orsi sono in letargo, ma le particolari condizioni meteo degli ultimi mesi hanno scombussolato probabilmente i loro ritmi biologici; per effetto delle fioriture anticipate e della siccità perdurante il clima sta mandando in crisi le api; nelle acque del tirreno settentrionale per la prima volta sono spiaggiati i pesci re che normalmente vivono nell´oceano; normalmente i pollini di nocciolo e cipresso fanno la loro apparizione verso la fine di gennaio e raggiungono i valori massimi tra la metà di febbraio (nocciolo) e la prima decade di marzo (cipresso) per poi calare gradatamente. Tuttavia l´innalzamento delle temperature ha determinato un anticipo di circa quindici giorni della fioritura di queste specie; da alcuni anni i sintomi di allergie compaiono in netto anticipo rispetto al passato.

Le regioni dove si registrano gli incrementi più elevati di polline e dove i primi pollini di piante allergeniche possono essere riscontrati addirittura con quasi un mese di anticipo rispetto alla norma, sono Umbria, Toscana, Liguria e le regioni meridionali; comparsa anticipata della processionaria del pino: a causa delle temperature miti sono stati osservati degli spostamenti anticipati di larve pelose; si sono registrati, ad esempio, anticipi nella fenologia stimati di 15 giorni per la mimosa, di 10 giorni per susino ornamentale e gelso ed è di circa 5 giorni quello per melo, pero, pesco, susino albicocco e ciliegio; sono già presenti sul mercato i piselli e le fave di produzione nazionale per effetto di una maturazione anticipata dall´andamento del clima; l´inverno 2008 fa registrare un calo delle precipitazioni del 27 per cento, sulla base dei dati dell´Istituto di Scienze dell´Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (Isac-Cnr), rispetto al periodo di riferimento 1961 -1990; la temperatura rilevata sull´arco alpino è stata all´incirca di 2 °C al disopra della media stagionale, causando un anticipato scioglimento di buona parte del manto nevoso accumulato; nel Centro Italia i cereali stanno mostrando ritardi fenologici dovuti al deficit idrico invernale.

Simone Orlandini, direttore del Centro di bioclimatologia all´università di Firenze spiega che «Aumento dell´intensità delle precipitazioni, sfasamenti stagionali con autunno caldo e primavera anticipata, numero di giorni consecutivi con temperature estive elevate, modificazione dei regimi pluviometrici e aumento medio della temperatura sono i principali cambiamenti climatici osservati. E gli effetti si fanno sentire con la riduzione della riserva idrica, l´aumento dell´erosione in zone collinari e alluvioni in pianura e con conseguenze sulle piante coltivate che presentano anticipo del germogliamento e sfasamento delle altre fasi fenologiche, maggiore rischio per gelate tardive, variazione dell´incidenza di infezioni fungine e dello sviluppo di insetti e infestanti, stress idrico prolungato e alternazione dei processi di maturazione».

Secondo Coldiretti «L’impazzimento della natura sembra essere diventato la norma con il 2008 che si posiziona al quindicesimo posto tra i più caldi degli ultimi 200 anni e fa registrare un calo delle precipitazioni del 27%, sulla base dei dati dell´Istituto di Scienze dell´Atmosfera e del Clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Bologna (Isac-Cnr), rispetto al periodo di riferimento 1961 -1990. Un andamento che conferma la tendenza ai cambiamenti climatici in atto a livello nazionale, con lo scorso inverno 2007 che è passato alla storia come il più caldo dal 1800, con un´anomalia di +2.27° C rispetto alla media del periodo di riferimento».

I fenomeni biologici sono alterati dall´anticipo delle fasi primaverili che si accompagna spesso ad un ritardo dell´inizio dell´autunno, con in allungamento della stagione vegetativa. «Ma cambiamenti strutturali dovuti al clima si riscontrano anche nella distribuzione spaziale delle specie - spiega Coldiretti - come nel caso del faggio il cui areale (superficie abitata da una specie) si sta contraendo mentre quello del leccio si sta ampliando. E tra le piante coltivate si sta verificando un significativo spostamento della zona di coltivazione tradizionale di alcune colture come l´olivo che è arrivato quasi a ridosso delle Alpi, mentre ai confini con la Svizzera si coltiva il sorgo e le prime arachidi sono state raccolte nella Pianura Padana dove il clima è favorevole alla produzione di grandi quantità di pomodoro e di grano duro per la pasta».

Per il surriscaldamento del pianeta non le colture mediterranee rischiano di migrare a nord, ma il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali mette in pericolo la stagionatura dei salumi, per l´affinamento dei formaggi o l´invecchiamento dei vini. «Una situazione che di fatto - dice la Coldiretti - mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche “essenzialmente o esclusivamente all´ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani”. Un paniere di prodotti che ha superato i 20 miliardi di euro in valore e che registra primati mondiali nei vini, nei prodotti a denominazione di origine e nelle specialità tradizionali». Ma a migrare sono anche ospiti sgraditi come gli insetti nocivi come il punteruolo rosso delle palme che ha raggiunto l’Italia dalla sponda sud del Mediterraneo, o la farfalla dei gerani arrivata dall´Australia e che si spinge sempre più a nord.

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