[31/03/2006] Consumo

Informatizzazione non vuol dire dematerializzazione…

LIVORNO. Secondo uno studio pubblicato su Environmental Science and Technology per produrre e utilizzare un solo microchip da computer dal peso di 2 grammi, sono necessari prodotti chimici e combustibile fossile pari a 630 volte il suo peso. Il rapporto, il primo a presentare un´attenta analisi di flusso del materiale relativo a un chip da 32 megabyte di memoria, intacca la reputazione del settore elettronico come di industria relativamente "pulita" e smentisce le previsioni secondo cui la rivoluzione informatica avrebbe aperto un´era di "smaterializzazione" dell´economia postindustriale.
«L´utilizzo di materiali secondari è molto più elevato per il microchip che per i prodotti tradizionali», rileva il rapporto. Per esempio, una singola automobile familiare che esce dalla catena di montaggio richiede l´equivalente di circa 3.000 chilogrammi di combustibile fossile e di prodotti chimici. Ciò significa che il rapporto fra quantità di risorse necessarie per costruire un´automobile e il peso del veicolo è di circa 2 a 1. Mentre il rapporto fra produzione e peso per un chip è, appunto, di 1 a 630.
La fabbricazione e fase operativa di ogni chip di memoria di 1 centimetro quadrato implica l´utilizzo di almeno 72 grammi di prodotti chimici (molti dei quali tossici), 700 grammi di gas semplici, 32mila grammi di acqua e 1.600 grammi di combustibile fossile (440 grammi dei quali per alimentare il ciclo di vita "tipico" di un chip: quattro anni di attività per tre ore ogni giorno). La Semiconductor lndustry Association stima che l´industria dell´elettronica abbia prodotto 69 miliardi di circuiti integrati nel solo anno 2001.

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