[19/03/2008] Energia

Spunta il procedimento per un´altra centrale a biomasse a oli vegetali in Toscana...

LIVORNO. Sul Bollettino Ufficiale della Regione del 12 marzo è stato reso noto l´avvio del procedimento, tramite conferenza dei Servizi, per la realizzazione di una centrale elettrica da 17 MW ad oli vegetali nel comuni di Campiglia marittima, presentata dall’alessandrina Er Energia rinnovabile Campiglia srl in località Cascina Amatello- Casalpiano.

«Dopo la già approvata centrale Seca di Montegemoli - dicono i Verdi della Val di Cornia - siamo quindi di fronte a un nuovo progetto in provincia di Livorno, per la produzione di energia elettrica e termica da biomasse, di dimensioni tali da essere solo un affare per la proprietà e insostenibile ambientalmente. I vantaggi derivanti dall´utilizzo di biomasse vegetali sono infatti annullati dal dispendio energetico necessario per trasportare da luoghi lontani i combustibili e dai danni che le coltivazioni provocano nei paesi di origine: deforestazione, perdita di biodiversità, perdita di produttività agricola dei terreni con possibile innalzamento dei prezzi dei prodotti agricoli per l’alimentazione delle popolazioni indigene».

I Verdi della Val di Cornia fanno notare inoltre che proprio sullo stesso Bollettino sia stata pubblicata anche la mozione presentata dai Verdi e approvata dal consiglio regionale che dice di «applicare una moratoria sull’avvio delle autorizzazioni o dei lavori per la costruzione di impianti energetici ad oli vegetali da filiera lunga nel territorio toscano, in prospettiva della definizione di un piano energetico, sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico della regione, nonché in salvaguardia delle grandi foreste pluviali e delle loro popolazioni».

Non solo, perché il Piano energetico regionale approvato la settimana scorsa e ora all’esame della giunta individua come realizzabili solo i progetti che si avvalgano di biomasse presenti sul territorio in un raggio di 70 chilometri, al cosiddetta filiera corta. I Verdi chiedono quindi «di continuare il dibattito politico, che non servirà forse a impedire la costruzione della centrale di Montegemoli, ma che potrà creare le condizioni a che non si ripetano gli errori del passato sia sul fronte della sostenibilità ambientale, sia su quello della partecipazione».

Il Pier dice esplicitamente che «in base alle esperienze pilota condotte, ritiene opportuno, a fini energetici, solo l´utilizzo di risorse provenienti da un bacino di approvvigionamento strettamente connesso al luogo di utilizzo della biomassa». E ancora «un esempio in netto contrasto con i principi sopra esposti è rappresentato dall´utilizzo a scopo energetico dell´olio di palma che risulta assolutamente incompatibile con gli obiettivi della Regione Toscana»

Ma di progetti a biomasse non in linea con quanto desiderato a livello regionale (ma anche europeo) e soprattutto dagli ambientalisti, ce ne sono purtroppo tanti: «Nella sola provincia di Livorno – spiega il responsabile del settore ambiente della Provincia Reginaldo Serra - si sta studiando la progettazione di almeno 6-7 centrali a biomasse, la maggior parte utilizzeranno oli vegetali extracontinentali, mentre alcuni prevedono la biomassa solida, comunque non nel raggio di 70 chilometri bensì con un’area di riferimento addirittura europea. Anche perché nessuna centrale a biomasse potrebbe reggersi solo sulla filiera corta».

Questo è vero per le grandi centrali, come quella di Montegemoli (22Mw) o per quella che si vorrebbe fare nel comune di Campiglia. In realtà l’obiettivo dovrebbe essere quello di sviluppare e incentivare una micro generazione diffusa di piccoli impianti a biomasse con una potenza di pochi Mw alimentabili con le risorse locali.

Torna all'archivio