[18/03/2008] Rifiuti

Rifiuti di Bagnoli a Piombino, primo incontro per l´osservatorio ambientale

LIVORNO. Si è tenuta a Livorno la prima riunione dell’Osservatorio di comunicazione ambientale e di monitoraggio previsto dall’accordo Piombino-Bagnoli per il trasferimento nella città toscana dei rifiuti provenienti dall’ex area industriale partenopea.

Alla riunione non ha partecipato il rappresentante del circolo della Va di Cornia di Legambiente per protestare contro una discussione giudicata «con modalità “prendere o lasciare” è metodo che l’associazione non vuole e non può certo avallare».

Legambiente fin dall’inizio ha criticato e offerto soluzioni alternative a quelle che si vogliono perseguire. «Abbiamo affermato che quelli della colmata di Bagnoli erano nient’altro che rifiuti – spiega Adriano Bruschi - come quelli di Piombino. E c’è voluta la Regione Toscana per ristabilire finalmente la correttezza nella classificazione. Abbiamo chiesto di analizzare le quantità e le qualità dei nostri rifiuti industriali e la loro destinazione finale prima di addivenire a qualsiasi decisione, ma su ciò ancora non abbiamo ricevuto risposte».

Vi sono ancora le condizioni politiche ed istituzionali secondo Legambiente, per richiedere a tutti i decisori pubblici di rivedere l’accordo di programma quadro «e di sottoporlo ad un rigoroso vaglio partecipativo, anche ai sensi della recente Legge approvata in Consiglio Regionale».

Legambiente chiede che si riparta da altri accordi che si stanno redigendo su bonifiche, rifiuti industriali di Piombino, strada 398 e assetto territoriale «che sono sì collegati all’accordo quadro ma che dovevano essere fatti in modo prioritario, prima di decidere se far arrivare i fanghi da Bagnoli: si ripristinino gli ordini di priorità dalle necessità di Piombino e del territorio circostante, partendo dalla quantificazione e analisi dei rifiuti piombinesi».
Entro questa cornice Legambiente si dice disposta ad assumere le proprie responsabilità, mettendo a disposizione della comunità tutte le sue conoscenze, sia sulle problematiche precipue del territorio piombinese che sulle dinamiche disciplinari dei cicli produttivi sottesi da questo Accordo.

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