[18/03/2008] Comunicati

Le conoscenze dei popoli indigeni contro il cambiamento climatico

LIVORNO. La International Union for Conservation of Nature (Iucn) ha presentato la prima analisi sugli effetti del cambiamento climatico sui popoli indigeni dal quale emerge che i popoli autoctoni sono quelli più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici ma anche quelli che dispongono di conoscenze tradizionali per poter sopravvivere ai loro effetti.

«Le popolazioni indigene vivono letteralmente sul baratro - dice Gonzalo Oviedo, Senior Advisor dell’Iucn per le politiche sociali – Altamente dipendenti dagli ecosistemi naturali, di solito occupano terre marginali, sono sotto pressione sociale e spesso mancano di rappresentanza politica per poter migliorare la loro situazione. Di conseguenza sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici».

«Ma non sono solo vittime – dice il direttore generale dell’Iucn Julia Marton-Lefèvre – A causa della loro lunga dipendenza dalla natura, hanno sviluppato strategie per far fronte ai cambiamenti climatici ed agli eventi naturali estremi validi ancora oggi, anche se scoperti centinaia di anni fa». Le 66 pagine del rapporto “Indigenous and traditional peoples and climate change” individuano queste strategie di resilienza, come i metodi di agricoltura tradizionale dei Quenzugal dell’America centrale che sviluppano le radici delle piante per renderle meno vulnerabili agli uragani, riducendo così le perdite di raccolti e di terra fertile.

Lo studio include le mappe delle aree che in futuro saranno più vulnerabili a causa dei cambiamenti climatici e quale impatto avrà questo sui popoli indigeni. L’Iucn sollecita così i responsabili politici a rapportarsi più strettamente con le popolazioni autoctone e a far tesoro delle loro esperienze per adoperarle quando si tratterà di mettere in atto politiche atte a contrastare il cambiamento climatico.


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