[17/03/2008] Energia

La seconda rivoluzione russa sarà tecnologica

LIVORNO. Un documento richiesto da Putin (Nella foto) al ministero russo dello sviluppo economico e del commercio sottolinea che la Russia ha bisogno di «una seconda rivoluzione industriale ed agraria» se vuole entrare a far parte delle 5 più potenti economie del mondo entro il 2020, ma dovrà anche sfondare nei nuovi mercati globali delle merci e dei servizi. Secondo il ministero, la Russia è ancora indietro nei settori delle tecnologie di punta e per questo il Pil non cresce abbastanza a causa della insufficiente competitività. Le costruzioni meccaniche rappresentano appena il 3% del Pil russo, mentre petrolio, gas e materie prime sono tra il 28 e il 30% del Pil.

Nel rapporto si legge che «Il cambiamento a leader della crescita per l’economia russa è venuto a maturazione. L´apporto di prodotti ad alta tecnologia e dell’economia “del saper fare” tra il 2014 e il 2017 potrà uguagliare i prodotti tradizionali ed oltrepassare quelli della filiera petrolifero-gasiera». Secondo il ministero, la Russia dovrà raggiungere il 10% della quota internazionale delle merci e dei servizi ad alta tecnologia se vuole raggiungere una posizione tra la sesta e la quarta tra le potenze economiche del pianeta entro il 2020.

Nel 2006 le esportazioni di prodotti di alta tecnologia russa erano appena lo 0,3% del totale mondiale e Mosca conta di arrivare al 2% nel 2020, il restante 8% è evidentemente destinato ad un mercato interno che si pensa sempre più autarchico e si prevede in rapidissima crescita. Il valore globale del Pil dei settori legati all’innovazione dovrebbe raddoppiare in dodici anni, passando dal 10,5% del 2006 al 17 - 20% con un’analoga crescita delle imprese innovative e di alta tecnologia. La Russia dovrà, mentre si modernizza e recupera i sui ritardi postcomunisti, far fronde all’inasprimento della concorrenza globale ed ai Paesi leader dell’innovazione che non staranno certo a guardare il risveglio dell’orso russo con le mani in mano.

Per far questo la Russia punta a diventare leader assoluta nella fornitura di risorse energetiche e ad essere sempre più concorrenziale nei settori dei trasporti, dell’agroalimentare e nella trasformazione di materie prime. Il documento prevede che la percentuale del Pil mondiale prodotto dalla Russia(in termini di parità di potere di acquisto) dovrà passare dal 3,1% attuale al 3,8% nel 2015 ed al 4,3% nel 2020, più che raddoppiando le attuali esportazioni da 304 miliardi di dollari nel 2007 a 700 miliardi nel 2020. In rapporto al 2006 le esportazioni di apparecchiature tecniche dovranno moltiplicarsi sette volte, fino a raggiungere i 100-110 miliardi di dollari nel 2020 ed i servizi di trasporto più che quadruplicare fino a 45 miliardi di dollari. Un altro capitalismo di Stato promette sfracelli sull’affollato ring della crescita già occupato da potenze emergenti e vecchi pugili un po’ sfiatati.


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