[14/03/2008] Aria

La Toscana e l’Arno indicatori locali dei cambiamenti climatici globali

FIRENZE. Fotografia dello stato attuale di salute dell´Arno, impegni per rallentare ed invertire la tendenza, strategie di adattamento al clima futuro. Questo in estrema sintesi il succo dell’intervento dell’assessore regionale alla risorse idriche, alla protezione del suolo e alla biodiversità Marco Betti, intervenuto al terzo meeting latino americano e caraibico sui cambiamenti climatici.

I dati sull’indicatore utilizzato dall’assessore per fare il quadro della situazione sono preoccupanti: nel novembre scorso l’Arno ha fatto registrare a Nave di Rosano, (Pontassieve), una portata inferiore dell’87% rispetto alla media rilevata nello stesso mese nel periodo 2001-2006. La quantità media di acqua defluita nel novembre 2007 è stata infatti di 7,11 metri cubi al secondo, contro i 56,11 metri cubi medi del novembre degli ultimi sei anni.

Pessimo anche l’andamento delle portate dei mesi di ottobre e dicembre rispettivamente con 7,28 e 12,23 mc/sec contro i 24,34 e 76,7 delle medie dei sei anni precedenti. Diminuzione delle precipitazioni e persistente siccità, aumento dei fenomeni climatici estremi e dell’erosione costiera. Contemporaneo aumento di 1,2 gradi della temperatura della superficie dei mari toscani, che in trent’anni (1976-2005) è passata dai 17,6 ai 18,8°. Questo è lo scenario che si sta presentando anche in Toscana. Senza drammatizzare, la situazione non può e non deve essere sottovalutata.

Quindi l’assessore ha illustrato ad una platea di delegati provenienti da ogni parte del mondo, i punti principali per una Toscana sostenibile. A partire dalla formazione con l’ora settimanale di educazione al paesaggio proposta a tutte le scuole, l’1% del pil locale da destinare alla riduzione dell’effetto serra, aumento del 20% dell’uso delle fonti energetiche rinnovabili, istituzione del Registro regionale delle emissioni di CO2, limitazione dell’espansione edilizia, ostacolare la rendita, favorire gli investimenti, contrastare lo sfruttamento del suolo, costruire con tecniche di bioarchitettura, favorire il risparmio e il riuso dell’acqua, ridurre la quantità di rifiuti e contemporaneo aumento della raccolta differenziata, organizzazione di una mobilità sostenibile con trasporto pubblico efficiente e favorire produzioni agricole locali a basso impatto ambientale. Il tempo dirà se questi sono solo buoni propositi e auspici, o processi concreti da misurare con indicatori adeguati per verificare l’ottenimento di risultati.

Ovviamente non è possibile fare da soli, per questo l’assessore Betti ha ribadito l’intenzione della Toscana di collaborare a rete con quelle regioni che hanno già iniziato a lavorare su i temi suddetti, come i Paesi baschi, lo stato di San Paolo, le Fiandre, la Catalogna, al fine di ampliare la conoscenza dei fenomeni e costituire centri di eccellenza e di ricerca per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico.

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