[13/03/2008] Comunicati

Pacchetto clima, i consigli del Wwf al Consiglio europeo

LIVORNO. Prende il via il Consiglio europeo che discute di come affrontare i cambiamenti climatici nell’Ue e secondo Stephan Singer, capo del programma clima del Wwf Europa, «sarà fondamentale per confermare la volontà dell´Europa di guidare gli altri paesi nella lotta al cambiamento climatico. Tuttavia, per rendere questa leadership credibile, bisogna superare il target del 20% che l´UE si è proposta di raggiungere entro il 2020. Un target del genere è troppo basso per far partire gli investimenti necessari per rendere l´economia europea "carbon-free" entro la fine del secolo. Il Consiglio dovrebbe dare mandato alle altre istituzioni europee di aggiornare il proprio target di riduzione al 30% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020».

Per il Wwf sono più realistici i dati dell’Ipcc, secondo i quali i paesi industrializzati dovrebbero ridurre le loro emissioni del 40% entro il 2020 per mantenere l´aumento della temperatura al di sotto dei 2°C, evitando così gli effetti peggiori del global warming. «A un anno dalle promesse fatte, l´Unione Europea deve disegnare un nuovo percorso per guidare con successo i negoziati decisivi per il nuovo accordo sul clima che si terranno nel 2009 a Copenaghen – dice Singer - I leader europei devono considerare le conclusioni che si sono raggiunte a Bali lo scorso dicembre, in particolare sull´assistenza alle economie in via di sviluppo. L´Europa deve essere solidale con i popoli che maggiormente soffrono dei cambiamenti climatici in atto e per questo deve essere pronta a investire adesso per liberare il loro sviluppo economico dalle emissioni di CO2».

Per il direttore generale del Wwf Italia, Michele Candotti (Nella foto), «In questo quadro, l´Italia arriva al Consiglio Europeo indebolita non tanto e non solo dal contingente periodo elettorale, ma dalla strutturale e perdurante mancanza di una strategia nazionale per affrontare nel breve, medio e lungo termine la sfida di un´economia decarbonizzata. Questo vuoto strategico dà poi facile spazio a chi frena rispetto agli obiettivi ambiziosi, non capendo che solo attraverso questi ed un chiaro senso d´urgenza rispetto ai tagli di CO2 si evita di pagare di più in futuro e di non rimanere indietro, anche dal punto di vista economico ed industriale».


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