[13/03/2008] Energia

Biomasse, il Pier chiude tutte le porte all´olio di palma

LIVORNO. Il piano energetico approvato dalla giunta regionale lunedì scorso (e che ora deve passare all’esame del consiglio), ribadisce la posizione della Toscana di fronte alle biomasse, considerata una fonte di energia rinnovabile da incentivare (passando dagli attuali 71 a 171MW nel 2020), a patto di utilizzare biomassa locale, ovvero da filiera corta (in un raggio di 70 chilometri). La Regione si spinge fino ad escludere esplicitamente l’utilizzo di biomasse di olio vegetale, come quello di palma, che vengono importati da Paesi in via di sviluppo dove spesso proprio per far posto a queste piantagioni vengono abbattute foreste.

Eppure nonostante questo finora diversi imprenditori sono riusciti ad ottenere l’autorizzazione a costruire centrali che utilizzeranno olio di palma, come quella di da 22MW di Montegemoli (Piombino), autorizzata addirittura con una determina da parte di un dirigente della Provincia di Livorno.

«Per quanto non sia una legge, il Pier è stato rafforzato molto nel suo valore – spiega il responsabile dell’ufficio Energia della Regione Edo Bernini – Intanto perché recepisce quanto stabilisce il Pit, ma soprattutto perché è stato trasformato da piano di indirizzi a piano di azioni e una volta approvato definitivamente avrà un ruolo forte sulle valutazioni di impatto ambientale. Le singole Province cioè potranno opporre anche le indicazioni del Pier alla realizzazione di un singolo progetto».

Per Bernini c’è però anche un’altra considerazione da fare: «Il Pier prevede comune per comune l’indicazione di ambiti in cui sarà possibile realizzare centrali a biomasse, proprio in base alla disponibilità di materia nelle immediate vicinanze. Aggiungo poi che oltre a comuni, province e regioni, anche l’Europa è d’accordo sulla filiera corta: la direttiva europea del 23 gennaio scorso che ora sarà discussa, punta sulla certificazione di origine di prodotto e questo varrà a maggior ragione anche per le biomasse. Quindi se siamo tutti uniti, diventa difficile far passare progetti non sostenibili ambientalmente». Già! Se siamo tutti uniti...

Torna all'archivio