[06/03/2008] Comunicati

Cambiamenti climatici: dimenticato il decalogo della Toscana?

FIRENZE. I dati medi della piovosità in Toscana e in centro Italia segnalano, anche per l’inverno 2007-2008, forti preoccupazioni per la siccità. Preoccupazioni che si rafforzano a livello locale: Amiata, Maremma, Valdinievole e lo stesso piano del bilancio idrico dell’Arno appena varato. Sono i primi visibili effetti dei cambiamenti climatici accelerati dall’eccesso di produzione di gas serra. La situazione è tale da richiedere un sforzo comune di tutti per farvi fronte. Il 15/16 novembre 2007 la Regione Toscana tenne gli “Stati generali della sostenibilità” sugli effetti dei cambiamenti climatici e per azioni condivise di mitigazione e adattamento. Sono passati tre mesi ma né il “Decalogo” approvato né il documento per un Piano d’Azione si sono trasformati in atti concreti. Anzi, la Regione, gli Enti locali, gli attori sociali ed economici, l’associazionismo, continuano ad andare avanti in ordine sparso, con politiche, spesso contraddittorie, rispetto ai cambiamenti climatici.

Mi si potrebbe dire: ma cosa sono tre mesi, come possono essere sufficienti per dire se la comunità toscana sta agendo o no nella giusta direzione. Il fatto è che l’Europa si sta muovendo rapidamente, la Commissione e il Parlamento stanno assumendo indirizzi e direttive sulla base del lavoro della Commissione temporanea sui cambiamenti climatici; sono indicate nuove scadenze ed obiettivi, l’Europa non ci aspetta. Ma tutto questo da noi è ignorato e non si traduce in altrettanto fare.

La comunità inglese è dalla primavera del 2007 che sta legiferando (http://services.parliament.uk/bills/2007-08/climatechangehl.html). Se vi pare troppo il confronto con la Gran Bretagna andate a vedere come si muovono altre regioni d’Europa, come la Catalogna che il 14 febbraio us ha varato il “Piano d’azione di mitigazione del cambiamento climatico” articolato in decine di misure intersettoriali e settoriali
(http://mediambient.gencat.net/cat/el_medi/C_climatic/occc/html/index_occc.html), assumendo, tra gli altri, obiettivi unilaterali di abbattimento della CO2.

La situazione dal punto di vista della siccità e dell’aumento delle temperature medie stagionali imporrebbe alla comunità toscana di fare altrettanto adottando per cominciare un Piano di azione 2008-2012. Si tratta di mobilitare tutte le risorse a partire dalla conoscenza per valutare gli effetti economici, sociale e ambientali del cambiamento climatico perché il portato di innovazione che questo cambio di paradigma di governo e di stili di vita è anche una leva imprescindibile per la qualificazione e il rilancio del sistema economico e sociale della Toscana fondato sul principio di sviluppo sostenibile ed equità sociale.

I passi immediatamente successivi dovrebbero essere: (a) l’avvio di una vera e propria Convenzione toscana del cambiamento climatico a partire dal processo di partecipazione, il ruolo e gli obiettivi dei vari attori, (b) il programma vero e proprio articolato in azioni e misure (riduzione delle emissioni per settore; supporto al commercio dei diritti di emissione o delle migliori tecnologie e delle fonti energetiche rinnovabili; azioni trasversali su governance, educazione ambientale e Ricerca; le misure settoriali, le previsioni degli effetti economici, sociali ed ambientali di azioni e misure, le procedure di valutazione). Stanno per andare in discussione, a cominciare dal 5 marzo scorso, il Piano di Indirizzo Energetico e successivamente il Piano Sanitario, auguriamoci che non si tratti di nuove occasioni mancate.

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