[04/03/2008] Urbanistica

Prato, il patrimonio industriale e produttivo ai raggi X

PRATO. Il patrimonio industriale e produttivo di Prato è stato messo ai raggi X dall’amministrazione comunale. Sono stati catalogati, fotografati, schedati tutti gli immobili e analizzati gli interventi previsti per il riuso e la trasformazione in residenziale, commerciale o terziario. La ricognizione delle aree produttive, durata un anno, è stata compiuta per l´assessorato all´Urbanistica da un gruppo di progetto, guidato dall´architetto Daniela Campolmi, con la partecipazione di tecnici comunali.

Vediamo qualche numero: la superficie coperta complessiva di tutti gli edifici produttivi pratesi è di 4.434.000 mq. Sottraendo i macrolotti 1 e 2, le lottizzazioni artigianali e le aree della mixitè, rimangono 1.698.000 mq potenzialmente riutilizzabili con nuove destinazioni d´uso, tra cui 868.000 immediatamente per fini abitativi. In termini di volume, degli oltre 13 milioni e mezzo di metri cubi produttivi è riutilizzabile il 40%, corrispondente a 5.382.800 mc. In particolare 3.155.200 mc potrebbero essere riconvertiti in residenza e 2.227.600 in attività terziarie. Complessivamente sono stati schedati 752 complessi produttivi, divisi in cinque categorie: insediamenti industriali di elevato interesse storico-archeologico (19 edifici), la cosiddetta archeologia industriale, con immobili a ciclo completo che vanno dalla seconda metà dell´800 ai primi decenni del ´900 (come la Campolmi, la fabbrica Calamai e la Ciabatti); insediamenti di rilevante interesse architettonico e tipologico (28), risalenti al secondo dopoguerra (come la Affortunati di via Bologna, la Sanesi di via Ferrucci e il lanificio Bruschi di via Valentini); capannoni industriali con impianto seriale (186); insediamenti con impianto di interesse morfologico (140); edifici di modesto interesse edilizio-urbanistico (379), per i quali si tende ad interventi mirati al rinnovamento e alla riqualificazione del contesto urbano. Ogni scheda è redatta con superficie e volumetria, valore del complesso industriale, report fotografico, estratto del rilievo del Piano secchi e del Regolamento urbanistico. Non vi è dubbio che Prato abbia un rapporto particolare con le sue fabbriche che non deve essere perso, ma il recupero delle aree dismesse, o in dismissione, rappresenta comunque l´occasione per attuare una compensazione in termini di spazi collettivi, funzioni e servizi.

Per la prima categoria suddetta il tipo di intervento ammesso è il restauro o il risanamento conservativo, anche in previsione di adeguamenti funzionali e modifica di destinazione d´uso a servizi, terziario o commerciale. Per la seconda categoria è consigliata la ristrutturazione leggera con destinazione a servizi, attrezzature terziarie e commerciale, includendo una quota di residenziale. Per la terza sarebbe prevista la ristrutturazione, da trasformare o in solo residenziale o terziario e commerciale più una frazione di residenziale. Per la quarta vi sarebbe la ristrutturazione pesante, che include la demolizione e sostituzione edilizia, con destinazione congruente con il contesto urbanistico di riferimento. Per la quinta è prescritta la sostituzione edilizia con funzioni nuove correlate al contesto e al carico urbanistico. Questi i piani dell’amministrazione.

Vediamo che succederà dopo il confronto con le forze sociali, politiche e con i cittadini dato che «La ricognizione sulle aree produttive sarà presentata ai cittadini negli incontri pubblici nell´ambito dell´illustrazione del nuovo Piano strutturale - ribadisce l´assessore all’urbanistica Stefano Ciuoffo – costituirà la base del confronto con la città e della partecipazione».


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