[04/03/2008] Energia

I rifiuti nucleari italiani smaltiti in America?

LIVORNO. Mentre impazza la polemica elettorale sul nucleare italiano e qualcuno lo vorrebbe subito mentre qualcun altro dopo l’ultima generazione, da uno Stato che all’atomo non ha mai detto no con nessun referendum, gli Usa, giunge la notizia che il nostro Paese si appresterebbe a mandare via nave al di là dell’Oceano Atlantico 20.000 tonnellate di rifiuti radioattivi di prima categoria, cioè a bassa radioattività come indumenti e parti strutturali contaminate, frutto avvelenato dallo smantellamento dei vetusti impianti nucleari italiani.

La notizia viene rilanciata oggi da Apcom sulla base di quanto pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno, che assicura che «i carichi radioattivi arriveranno sulle coste americane via nave, dopodiché saranno trasferite nel Tennessee, presso l´impianto di Oak Ridge, della Energy Solutions, per essere riprocessate. Infine, ultimata questa attività di trasformazione, circa 1.600 tonnellate di scorie saranno stoccate in un deposito (sempre di proprietà della Energy Solutions) che si trova nello Utah, a Tooele County».

Da parte di Energy Solution Inc. e di chi cerca di occuparsi dello smaltimento delle scorie italiane, la Sogin, nessun commento e bocche cucite. Ma qualcosa deve esserci, visto che nello Utah, uno stato che ha già respinto l’offerta di realizzare una discarica nucleare di 40.000 tonnellate scorie made in Usa nella ´Valle del Teschio”, in una riserva indiana in pieno deserto, la protesta sale, anche perché il governatore Mike Leavitt aveva già detto: «Nello Utah non produciamo rifiuti nucleari Non c´e´ alcun motivo per diventare la pattumiera degli altri». Ora sul Salt Lake Tribune il governatore cambia idea e considera accettabile la nuova richiesta: «se all´interno dei limiti di radiazione previsti dallo Stato» e che «i rifiuti non debbano essere classificati in base alla provenienza ma solo per il rischio di irradiamento che non dipende dal fatto che siano stati esposti in un ospedale dell´Iowa o in un impianto nucleare italiano».

Intanto si mobilitano gli ambientalisti americani per respingere le scorie che gli vorrebbe evidentemente rifilare anche il ministro verde dell’ambiente italiano ancora in carica. Il Salt Lake Tribune riporta le obiezioni degli oppositori, ma le derubrica a «principalmente di natura filosofica» visto che «le importazioni di rifiuti nucleari sono un male per gli Stati Uniti e lo Utah» e che rimangono pericolosi per un centinaio di anni il Daily Herald guida invece la protesta mediatica e sottolinea che «mentre apprezziamo la Vecchia Europa non vogliamo i suoi rifiuti nucleari» e all’Italia manda a dire che «i rifiuti nucleari devono essere trattati e stoccati dove sono stati creati. Il trasporto comporta rischi sostanziali».

Forse i giornalisti americani non sanno nulla di quel che è successo da noi quando si è tentato di smaltire le scorie a Scanzano Jonico e nemmeno che in Italia qualcuno promette di realizzare centrali nucleari in 5 anni, allora sì che gli americani dovranno preoccuparsi davvero della colonizzazione nucleare italiana!

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