[04/03/2008] Comunicati

Clima: de Boer chiede a Ue di aiutare i Paesi in via di sviluppo

BRUXELLES. Il segretario esecutivo della Convenzione-quadro dell’Onu sui cambiamenti climatici (Unfccc), Yvo de Boer (Nella foto), ha chiesto ai ministri dell’ambiente dell’Unione europea riuniti a Bruxelles di aiutare finanziariamente i principali Paesi in via di sviluppo per poter davvero giungere ad un accordo mondiale sui cambiamenti climatici. «Il mio messaggio odierno è sostenere la direzione che l’Europa ha mostrato fino ad oggi .- ha detto de Boer in una conferenza stampa dopo la riunione – e riflettere sul tipo di architettura finanziaria necessaria per raggiungere un accordo a Copenaghen che sarà ratificato dalle principali economie del mondo. I Pesi ricchi ed i Paesi in via di sviluppo non potranno prendere gli stessi impegni nella lotta contro i cambiamenti climatici, come è stato concordato a Bali. Non credo che sarà possibile pervenire ad un approccio similare per i Paesi industrializzati da una parte e per i grandi Paesi in via di sviluppo dall’altra».

Secondo il segretario dell’Unfccc per poter concludere un accordo a Copenaghen sul post Kyoto sarà necessario l’impegno di colossi come Cina, Brasile ed India, «l’insuccesso nel riuscire a far partecipare dei grandi Paesi in via di sviluppo è stata una delle ragioni per le quali gli Stati Uniti non hanno ratificato il Protocollo di Kyoto», ma de Boer ha anche detto che oggi «Gli Stati Uniti fanno dei progressi. Danno prova di flessibilità e tentano di trovare metodi suscettibili di coinvolgere l’Europa e i principali Paesi in via di sviluppo».

Per quanto riguarda l’Europa, de Boer constata «degli sviluppi interessanti per quel che riguarda gli sforzi miranti a creare un’architettura finanziaria per impegnare i Paesi in via di sviluppo. In Germania è iniziato un dibattito sulla vendita all’asta dei diritti di emissione di gas serra. Delle proposte sono state avanzate perché parte dei benefici tratti dalla vendita all’asta possano essere utilizzati come misure incentivanti per stimolare l’impegno politico dei Paesi in via di sviluppo. La domanda ben compresa, non solamente negli Stati Uniti ma anche in Europa, è: quale genere di contropartita avranno bisogno i grandi Paesi in via di sviluppo, come la Cina, l’india e il Brasile, per renderla economicamente e politicamente sostenibile per gli Usa ed altri Paesi industrializzati da poter prendere ugualmente degli impegni?».

Intanto il commissario all’ambiente dell’Unione europea, Stravros Dimas è partito per Washington dove il 7 marzo prenderà parte al secondo incontro ad alto livello tra Ue ed Usa su cambiamento climatico, energia pulita e sviluppo sostenibile. L’Ue sarà rappresentata dal ministro sloveno dell’ambiente Janez Podobnik. La discussione si concentrerà in particolare sulle misure nazionali prese dagli Usa e dagli Stati dell’Ue per lottare contro il riscaldamento globale e sul rafforzamento della cooperazione internazionale nella prospettiva dei nuovi negoziati informali per il post Kyoto, che inizieranno a fine marzo.

Nell’incontro di Washington si discuterà anche di lotta contro la perdita di biodiversità e sfruttamento illegale delle foreste, in particolare per quanto riguarda l’iniziativa del G8+5 del 2007 che puntava a stabilire un rapporto essenziale sotto l’aspetto economico tra perdita della biodiversità, Piano di azione della Commissione sull’applicazione del regolamento forestale e governance, scambio commerciali e iniziativa del presidente Bush contro lo sfruttamento clandestino delle foreste.


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