[28/02/2008] Energia

Greenpeace cita in giudizio la Slovacchia (e l’Enel) per la centrale nucleare sovietica

ROMA. Greenpeace ha annunciato di voler citare in giudizio il governo slovacco perché non ha avviato la procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) per la realizzazione del terzo e quarto reattore nucleare di Mochovce, un progetto che vede il coinvolgimento di Enel. Un anno fa il primo ministro slovacco Robert Fico e l´amministratore delegato dell´Enel, Fulvio Conti, avevano chiuso l´accordo che prevede l´investimento di 1,6 miliardi di euro per completare due reattori nucleari sovietici di seconda generazione a Mochovce, in Slovacchia, per circa 800 Megawatt. «Nel complesso - dicono a Greenpeace - è un investimento maggiore di quello che secondo il piano industriale di Enel è stato effettuato in Italia per realizzare cinquemila Megawatt di impianti a gas a ciclo combinato».

La documentazione relativa al ricorso sarà inviata alla Corte Europea nei prossimi giorni. «La legislazione europea e i regolamenti della Corte europea di Giustizia sono cristallini – dice Eva Kovacechova, il legale che rappresenta Greenpeace e altre associazioni ambientaliste - i progetti con una licenza pregressa alla nuove norme europee devono ugualmente essere sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale nel caso di modifiche sostanziali», invece il progetto è stato modificato dal 1986 a oggi, e secondo Greenpeace l’Ufficio slovacco per la supervisione nucleare avrebbe dovuto valutarne nuovamente l’autorizzazione.

«La mancanza di una Valutazione di impatto ambientale è uno dei problemi chiave del processo autorizzativo della centrale nucleare di Mochovce situata a circa 550 chilometri da Venezia – dicono gli ambientalisti slovacchi e italiani - Il Governo slovacco e Enel affermano che la procedura Via non è necessaria, in quanto i reattori erano già stati autorizzati nel 1986. Questo, rappresenta una chiara violazione della legislazione europea».

Rebecca Harms, un’eurodeputata dei Verdi tedeschi, ricorda che «La Direzione generale per l’ambiente della Commissione Europea sta già investigando possibili violazioni della normativa europea sulla Via e della Convenzione di Aarhus sulla partecipazione del pubblico ai processi decisionali».

Secondo Karel Polanecky, responsabile campagna nucleare di Greenpeace in Slovacchia «La Via è fondamentale per dare l’opportunità ai cittadini di partecipare al processo decisionale, presentando osservazioni al progetto. Negli anni ’80, quando il Comitato centrale del partito comunista decideva e l’opinione pubblica non aveva importanza, le cose funzionavano diversamente. Ora, a vent’anni dalla caduta del regime comunista, i nuovi reattori di Mochovce devono essere sottoposti agli stessi standard dei Paesi occidentali». Greenpeace chiede a tutte le organizzazioni ambientaliste e le persone che desiderano proteggere l’ambiente di supportare l’azione legale contro il Governo slovacco.

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