[28/02/2008] Acqua

Arno, habemus il Piano di bilancio idrico

FIRENZE. Si è conclusa pochi minuti fa la seduta del Comitato istituzionale dell’Autorità di bacino del fiume Arno che ha approvato il progetto di Piano del bilancio idrico, lo strumento conoscitivo su cui stabilire la gestione della risorsa idrica. La riunione del Comitato, che è stata presieduta dal ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, ha visto la partecipazione del sottosegretario per i Beni e le attività culturali, del sottosegretario alle Riforme e innovazioni nella pubblica amministrazione, degli assessori alla Difesa del suolo e al Servizio idrico della Regione Toscana e della Regione Umbria. Il Piano approvato oggi è di straordinaria importanza: è il bilancio nel quale è definita, alla scala del bacino idrografico dell’Arno, l´entità della precipitazione, la quantità che torna all´atmosfera per evaporazione o traspirazione, i volumi defluiti, le necessità connesse all´ecosistema fluviale e ripario, le pressioni antropiche.

Il bilancio comprende sia la componente superficiale che quella sotterranea e, per la prima volta in Italia, fotografa la situazione della risorsa in un unico quadro di riferimento alla scala di un grande bacino nazionale, sia in rapporto alle pressioni antropiche che agli ecosistemi «È lo strumento indispensabile - ha dichiarato il Segretario generale Giovanni Menduni – in quanto rappresenta un atto forte e significativo per la gestione sostenibile e per la tutela della risorsa idrica nel territorio dell’Arno». Vediamo qualche numero del bilancio che è stato riferito al periodo 1993-2006: 9120 chilometri quadrati di superficie totale del bacino dell’Arno, su cui scorrono fiumi, torrenti e fossi per una lunghezza di 23400 chilometri di reticolo superficiale. Sono 22000 i punti di derivazione in acque superficiali (per 355 milioni di metri cubi prelevati) e 122000 da acque sotterranee (per 322 milioni di metri cubi prelevati da falde). Per quanto riguarda gli afflussi sono 8189 i milioni di metri cubi che piovono annualmente sul bacino e 2480 i milioni di metri cubi che transitano dalla foce verso il mare.

«Il Piano del bilancio idrico ha anche forti valenze ambientali- riferiscono dall’Autorità di bacino- poiché presenta un’analisi dettagliata degli indicatori dell´ecosistema fluviale, che consentono di individuare le criticità rapportate al tasso di stress per le biocenosi tipiche dei corsi d’acqua. Con tale strumento diviene possibile elaborare politiche strategiche a scala poliennale e disporre misure di salvaguardia immediatamente vincolanti laddove risulti necessario. Il Piano è importante perché fornisce un quadro conoscitivo completo sulle derivazioni della risorsa idrica offrendo gli strumenti per la regolazione amministrativa dei prelievi, sia superficiali che sotterranei in un quadro tecnico chiaro ed unitario. Inoltre viene definito il deflusso minimo vitale sui corsi d´acqua e le portate minime indispensabili a garantire il mantenimento degli ecosistemi. Infine, costituisce la base per una rapida ed efficace valutazione di opzioni di intervento quali il recupero di acqua piovana e la realizzazione di piccoli e medi invasi». Lo studio basato su un modello numerico avanzato tiene conto della dinamica del clima e degli scenari globali. Ma quali sono “i numeri” delle criticità? Per le acque superficiali la criticità è valutata, naturalmente, sul periodo estivo valutando il numero di giorni nel quale la portata è al disotto della soglia del deflusso minimo vitale. Il 37% del territorio del bacino è considerato a criticità molto elevata. Il 10% a criticità elevata. Per le acque sotterranee il Piano del bilancio idrico individua 17 acquiferi significativi. Questi acquiferi interessano una superficie di circa 2000 chilometri quadrati. Sono acquiferi a bilancio negativo quello della Piana di Lucca e l’acquifero del Bientina.

Tutti gli acquiferi sono ulteriormente suddivisi in zone a diversa disponibilità idrica. In base a tale criterio le aree in cui il disavanzo tra ricarica media e i prelievi risulta “elevato” e “molto elevato” è pari a 106 chilometri quadrati. L’assessore alla risorsa idrica della Regione Toscana Marco Betti, presente all’incontro del Comitato istituzionale non nasconde la preoccupazione «La fotografia della situazione di cui disponiamo registra notevoli criticità e preannuncia una fase di emergenzialità verso cui siamo da tempo incamminati. Fin dal luglio dello scorso anno la Regione ha approvato la legge per l’emergenza idrica, consapevole com’era della gravità del problema e sta tutt’ora lavorando per la definizione del Patto per l’acqua. Da questo punto di vista, il lavoro svolto dall’Autorità di Bacino dell’Arno è giudicato dalla Regione ottimamente condotto e davvero prezioso». L’assessore ha poi ribadito come «in questo momento non ci siano elementi per ipotizzare alcuna inversione di tendenza rispetto al calo di quasi il 25 per cento registrato negli ultimi anni».



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