[28/02/2008] Consumo

Latouche a Siena per spiegare ´l´utopia concreta della decrescita´

SIENA. Il Santa Chiara, la Scuola Superiore dell´Università di Siena, ogni anno organizza incontri all’interno dei suoi Programmi multidisciplinari con lo scopo di fare interagire almeno tre scuole di dottorato su tematiche che richiedono competenze multiple per formare gli studenti nelle nuove discipline emergenti che si pongono di solito all´intersezione fra le diverse discipline già consolidate nella comunità scientifica.

I Programmi multidisciplinari hanno il compito di rendere più flessibile la divisione del lavoro scientifico permettendo di adeguarsi velocemente ai nuovi problemi che emergono nella società e nella comunità scientifica. Con questo scopo, nei mesi di marzo, aprile e maggio sono stati organizzati una serie di incontri sul tema “Conoscere il territorio: rappresentazioni, identità e governo”.

Tredici per ora, gli incontri programmati con la partecipazione di Serge Latouche, professore emerito di Scienze economiche all´Università di Parigi XI, in ben sei giornate dal titolo “Futuro sostenibile e territorio: dalla critica alla razionalità economica all´utopia concreta della decrescita”.

Il professor Latouche critica la società della crescita per almeno tre motivi fondamentali: perché incrementa le disuguaglianze e le ingiustizie, perché dispensa un benessere largamente illusorio e perché non offre una possibilità di vita conviviale neppure ai “benestanti”. È un’antisocietà malata della propria ricchezza e il miglioramento del tenore di vita di cui crede di beneficiare la maggioranza degli abitanti dei paesi del Nord si rivela sempre più un’illusione. Senza dubbio è aumentato il numero di persone che possono spendere di più per acquistare beni e servizi mercantili ma ancora si dimenticano di calcolare una serie di costi aggiuntivi che assumono forme diverse, non facilmente monetizzabili, legate al degrado della qualità dell’aria, dell’acqua, dell’ambiente, spese di compensazione o più propriamente definite “spese difensive” imposte dalla vita moderna o determinate dall’aumento dei prezzi di generi divenuti “rari”.

Questo è per Latouche il rovescio della medaglia chiamata crescita: se da un lato si cresce, dall’altro si accentuano le perdite; effetto inevitabile dovuto al fatto che viviamo su un pianeta finito ed in quanto tale non può sopportare il mito della crescita infinita.

Ecco che Serge Latouche celebra da anni lo slogan della decrescita che presuppone, come primo passo, la drastica riduzione degli effetti negativi innescati dalla crescita attraverso l’attivazione di circoli virtuosi, famoso tra tutti quello delle otto “R”: Rivalutare – Ricontestualizzare – Ristrutturare – Rilocalizzare – Ridistribuire – Ridurre – Riutilizzare – Riciclare.

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