[28/02/2008] Energia

L´Italia verso Kyoto, il governo si corregge in extremis

LIVORNO. Il Consiglio dei ministri che si è tenuto ieri ha approvato tra gli altri un provvedimento per la modifica del decreto legislativo n. 216 del 2006, che recepisce le direttive 2003/87 e 2004/101 in materia di scambio di quote di emissioni dei gas ad effetto serra, previsti dal protocollo di Kyoto. La necessità di correzioni, spiega la relazione illustrativa al provvedimento, nasce da tre ordini di ragioni: «L’esigenza di risolvere i numerosi problemi emersi in oltre un anno di applicazione della norma» con un particolare riferimento al Comitato che si occupa dell’assegnazione della quota di emissioni. Una struttura giudicata “inadeguata” per la scarsa chiarezza in merito alle competenze attribuite, che ha «causato lentezza nei lavori e gravi difficoltà alle imprese».

Altra ragione che ha reso necessarie le modifiche ad appena un anno dalla sua entrata in vigore, è l’esigenza di assicurare all’Italia il pieno recepimento delle direttive europee (che il decreto non faceva) e la possibilità di fare ricorso anche nel nostro paese ai crediti derivanti dai meccanismi di Kyoto nell’ambito del sistema di scambi comunitario (e dati i ritardi nel raggiungimento degli obiettivi non è cosa da poco).

In particolare si vuol dare un’accelerazione ai meccanismi flessibili (Clean development mechanism) e di Joint implementation.
In base ai primi i paesi industrializzati e ad economie in transizione possono realizzare, nei paesi in via di sviluppo, progetti che conseguano un beneficio ambientale in termini di emissioni di gas serra e trasferire tali benefici (crediti) sull´obbligo relativo al proprio paese; i meccanismi di Joint implementation permettono ad una società di un paese di realizzare un progetto che determini una riduzione delle emissioni di gas serra in un altro paese e spartire, in base a un accordo, i crediti delle emissioni evitate.

Con le modifiche apportate dal decreto legislativo approvato ieri, infine, viene garantita la partecipazione dell’Italia al primo quinquennio di scambi assicurando maggiore coordinamento nelle azioni a livello nazionale e internazionale.

Per assicurare che tutto ciò avvenga nel migliore dei modi, al Comitato nazionale per la gestione delle quote di emissioni, vengono attribuiti nuovi compiti per migliorarne il funzionamento e per garantire un miglior coordinamento delle politiche nazionali sul cambiamento climatico, anche in previsione dell´attuazione delle recenti proposte europee sugli obbiettivi al 2020 in materia di riduzione delle emissioni climalteranti, di risparmio energetico e di diffusione delle fonti rinnovabili.

Tra le funzioni attribuite al Comitato, rientrano il regolamento per l´eventuale assegnazione di quote a titolo oneroso, la definizione dei criteri per la gestione del Registro nazionale delle emissioni (che verrà conservato dall’Apat) e delle quote di emissione, la partecipazione con propri rappresentanti, ai lavori del Climate change committee o ad altre riunioni a livello europeo o internazionale.

Il Comitato (diviso in un consiglio direttivo e una segreteria tecnica), che continuerà ad avere sede al ministero dell’ambiente, sarà composto da otto membri, di cui tre nominati dal ministro dell´Ambiente, tre dal ministro dello Sviluppo economico e due, con funzioni consultive, rispettivamente dal ministro delle Politiche europee e dalla Conferenza dei presidenti delle regioni integrati dalla partecipazione di due rappresentanti del ministero degli Esteri, per tutte le decisioni inerenti l´attuazione dei meccanismi flessibili Cdm e Ji.

E’ poi prevista la costituzione di un apposito gruppo di lavoro presso il Gestore dei servizi elettrici (Gse), di cui il comitato potrà avvalersi in termini di collaborazione, in considerazione del fatto che il Gse ha allestito uno sportello specifico proprio sui meccanismi flessibili Cdm e Ji, a sostegno di un ruolo internazionale anche del sistema produttivo italiano.
Infine, nel provvedimento vengono inserite le disposizioni sul “Sistema nazionale per la realizzazione dell´inventario nazionale dei gas serra” (National system), che verrà gestito dall’Apat, e che viene definito «fondamentale» affinché «un Paese sia eleggibile alla partecipazione ai meccanismi flessibili» e al contempo, «in linea con le indicazioni di migliorare il coordinamento delle disposizioni di questo decreto con gli adempimenti collegati all´attuazione del protocollo di Kyoto».

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